Faeto è incantevole. Piccolo paesino di montagna, atipico per le nostre colline, quasi tutto in piano, con molte casette nuove, qualcuna ben ristrutturata e, quelle poche datate, comunque curate e vissute. Già diversi anni fa, quando Cà del Capitano era ancora più ridotta ed anonima di quanto già non sia adesso, eravamo stati da queste parti e ce ne eravamo innamorati, tanto da immaginare di poter aprirci un piccolo ristorante; poi la ragione ha spesso il sopravvento sui sogni, e quell' idea restò tale. Ci torniamo comunque volentieri anche se il rammarico appena arrivati ha per qualche minuto il sopravvento sul silenzio, la tranquillità , la pace e la frescura che di solito la fanno da padrona in questo posto d'altri tempi. Cà del Capitano è tra le più belle ristrutturazioni del paese. Esternamente prevale l' aspetto rustico e anche internamente ha più le sembianze di una abitazione che di un ristorante. Nelle sole 2 stanze che compongono il locale, oltre a cucina e bagno, si collocano 7 tavoli per una ventina di coperti appena. Ã? tutto molto bello: i muri in sasso, le travi in legno, le tavelle a soffitto a vista. Una splendida e antica vetrina è stata incassata tra 2 colonne per sfruttare al meglio gli spazi; i tavoli sono ampi e con comode poltrone (peccato per i copricuscino non proprio azzeccati). Unico neo i lampadari e i punti luce decisamente non in linea con il resto dell' ambiente. Suoniamo il campanello esterno; “il Capitano” ci apre il portone e ci fa accomodare. Siamo i primi ma nel giro di qualche minuto raggiungiamo le 13 unità . Il Capitano deve essere piuttosto provato dalle battaglie del ferragosto e, scopriremo poi, dai duelli con la moglie in cucina, perché non appare esattamente lucido. Saltiamo gli antipasti, ma poi, sbirciati negli altri tavoli un po' ce ne pentiamo. Tagliatelle al tartufo, dunque, e tortellini in brodo. Dopo 5 minuti ripassa il Capitano e riprende le ordinazioni dimenticate ; poi, dopo qualche minuto ancora e una fragorosa sgridata dalla moglie in cucina ci fa presente che il brodo è finito. Optiamo allora per dei tortelloni conditi solo con poco burro. Una bottiglia di acqua e un rosè di Manzini dovrebbero accompagnare i primi. Passa qualche istante e il Capitano costernato ci informa che il lambrusco in questione è finito. E due. Dico “ non c'è problema ne scegliamo un' altro”. La mia faccia scocciata sembra però trasparire perché l' oste, che fino a quel momento sembrava subire supino in balia degli eventi (e della moglie) ogni intoppo come una catastrofe, prende in mano la situazione: “ Vi porto un alternativa io”, e arriva con un rosè brut 2002 di Bellei. “Questo lo offro io per farmi perdonare delle mie mancanze”. E bravo il Capitano! Arrivano i primi: le tagliatelle sono profumatissime, al dente, di spessore giusto; personalmente le preferisco più larghe, comunque un bel piatto. Assaggio anche i tortelloni della mia Compagna di avventure e ne resto ben impressionato (così come d'altronde lei): buono il ripieno di ricotta e spinaci, della dimensione giusta, sfoglia sufficientemente spessa, perfettamente al dente. Anche Bellei non sbaglia, e come potrebbe … A parte i prezzi delle sue creature si tratta di una delle poche certezze vinicole della nostra zona. Nel cambio direi che non ci abbiamo rimesso. Secondi: una tagliata con aglio e rosmarino, molto buona, carne tenera e saporita, bilanciato il condimento, e carrè di vitello con speck e funghi porcini, preparato al cartoccio, discreto. Ci stanno anche 2 dolci: crema chantilly con amarene e semifreddo al caffè con crema al rum, interessanti entrambi con una punta di eccellenza per il primo (le amarene, intere, sono squisite). Termino con una grappa secca trentina barricata. Il Capitano regala qualche altra chicca con gli altri tavoli e si becca qualche altra sgridata dalla moglie quando si perde in chiacchiere con i clienti, poi arrivato in cucina, si dimentica immancabilmente le comande, non le ha scritte, deve riuscire e ripresentarsi al tavolo per riprenderle. La moglie non scherza niente, a giudicare dagli improperi che arrivano dalla cucina, e, se lui è Capitano, lei mi sa sia minimo Colonnello …
A metà cena suona il campanello: “siamo in sei e non abbiamo prenotato”. Il posto ci sarebbe (2 tavoli vuoti di fianco a noi sarebbero perfetti). “Neanche a parlarne”. Il Capitano non reggerebbe l'urto, sarà per un' altra volta. La crisi evidentemente non c'è per tutti …
Dalle nostre solite chiacchiere e consultazioni che seguono ormai ogni cena in funzione della recensione che andrò a fare, emerge un 4 cappelli meritati. Ci alziamo e andiamo con i conti: 2 primi 20 euro, 2 secondi 32 euro, 2 dolci 10 euro. Il coperto e l' acqua niente, il vino offerto come da promessa, la grappa anche e arrotondiamo pure a 60. Uno spettacolo!
Caro Capitano anche questa sera è andata: l' empasse iniziale viene brillantemente superata e il conto finale è da applausi. Dunque vado con 5 cappelli.
Imperdibile!!!
[pulcino01]
02/09/2009
Un locale che incontra i miei gusti sia per la descrizione dei piatti che per l'atmosfera che si respira sul posto, lo metto tra quelli da provare al piu' presto.L'unica cosa che mi fa' pensare pero' è questa:quanto avresti pagato se non ti avesse offerto nulla?Ci sarebbero stati lo stesso i 5 cappelli?
Ciao ciao