“Gira che ti rigira amore bello” recitava Baglioni……
“gira che ti rigira che bel castello” recitava stamattina il GROG……
Sveglia sul presto….ma perché mai la domenica non si riesce a dormire. Mia moglie salta su e…..andiamo all'IKEA?
Faccia di circostanza……da c*** per intenderci……. Va beh, ieri sono andato a pranzo con i miei a CÃ Cerfogli, oggi posso portare la signora dove vuole…..
Si va e si esce, sono le 12.00. La signora dice: “Ho fame”. Bene, cerchiamo un buco per mettere i piedi sotto al tavolo. Parto. Ho voglia di rivedere Monteveglio. Mi dirigo da quella parte. Traffico inesistente, paesi deserti, calura solita, umidità tremenda, riflesso incredibile…..
Arrivo a Monteveglio, non c'è anima viva, tutto chiuso, quasi fosse il giorno del Giudizio Universale…. Continuo a vagare senza meta, prendo di là . Un cartello mi segna Agriturismo Casa Fonsi. Prendiamo di lì. Chilometri e chilometri e incontriamo un altro agriturismo, Cà del vento. Parcheggio, ci sono due auto. Mi appropinquo alla porta……chiusa, nessun cartello, nessun cristiano……ma vaff…… riparto e continuo per altri interminabili chilometri….poi finalmente un cartello verde con scritta a mano gialla, e freccia direzionale indica Casa Fonsi, devio e salgo, salgo, salgo su per una stradina monocorsia che devo percorrere in prima tanto è ripida. Mia moglie ha paura, ha paura che se incontriamo qualcuno si metta grigia. Io tiro dritto….”finchè la barca va….”. arriviamo in cima e ………..porcaccia boia. All'ingresso del parcheggio un foglio A4 ci informa che aprono il 14 Agosto…………ma vaff anche a voi, non potevate mettere il cartello all'inizio della salita, così evitavo di salire fin qui??????
Riscendo e tiro dritto, tanto lo so che per di lì arrivo o a Zocca o a Guiglia o al Castello di Serravalle. Giungo ad un'ennesima rotonda, la signora dice “andiamo a Zocca che non ci sono mai stata (balle)?” Sono 17 chilometri rispondo io, pensi di resistere? “Così tanti, ma io ho fame….”.
Prendo a destra a via, in un cinque minuti raggiungo Castello di Serravalle. Erano anni che non ci andavo. 10 anni fa ero stato a mangiare alla Taverna del Borgo con mia moglie, guarda caso proprio ritornando da una gita dall'IKEA. I corsi e ricorsi della vita. Prima ancora ci andavo spesso con mio padre, aveva un paziente/amico che era il padrone del Castello e soffriva di cuore, era uno spettacolo aggirarsi per quelle antiche mura……..
Arriviamo al borgo, su per la salita, infiliamo lo stretto arco e ci addentriamo tra le mura di cinta, percorriamo la stretta stradina fino ad una piazzetta, per fortuna all'ombra e parcheggiamo. Ritorniamo sui nostri passi e, senza esitazioni, entriamo nella Taverna.
Sembra che il tempo qui si sia fermato. � uguale all'altra volta, nulla è cambiato, sembra una favola. Arredameto in arte povera, soffitti bassi, cucina da un lato con porta aperta, stanzetta con tre tavoli piccoli e due grandi a destra, mentre più avanti nel locale altra stanza con altri tavoli. Ci accomodiamo lì a destra, ci sono altri tre avventori che stanno termiando il pranzo.
Appesi ai muri spiccano gioghi ben conservati ed altri attrezzi della nobile arte contadina.
Arriva la signora, la osservo, mi sembra di conoscerla, ovvio, 10 anni fa ci aveva servito proprio lei….. l'avevo detto io che qui il tempo non passa mai….
Prende le ordinazioni, niente menù scritto, a voce. Mezzelune ai funghi porcini, trenette al misto funghi, tagliatelle al ragù, tortelli ai carciofi, caramelle e ravioli con verdure, tortellini in brodo…..poi carne alla griglia di vari tagli, di manzo, vitello e cavallo, straccetti di cavallo, tagliata di manzo, poi pomodori gratin, patatine fritte, insalata di stagione.
Il menù lo ricordo perché è ridotto e poi eravamo in due…..troppo facile……
Ordiniamo: io trenette al misto funghi, tagliata ai ferri con patatine fritte, mia moglie mezzelune ai porcini e pomodori gratin. Da bere acqua gas Levissima in bottiglia di vetro da 1 litro tappata e Lambrusco Sorbara, in complesso buono, non eccelso, forse un po' scuretto per i miei gusti. Azienda Agricola Fiorini, Corte degli Attimi.
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Azienda Agricola Fiorini srl
CORTE DEGLI ATTIMI:
Caratteristiche organolettiche
COLORE:
Rosso rubino chiaro con una spuma rosso brillante ben definita.
AROMA:
Intenso profumo di viola, molto persistente.
GUSTO:
Secco, in sintonia con le caratteristiche del vitigno, gusto pieno, ricco di carattere, l'aroma di viola è molto
persistente anche al gusto.
ACCOSTAMENTI:
Vino molto eclettico, sicuramente con salumi, e con la classica cucina emiliana, non disdegna anche un abbinamento con piatti di pesce come l'anguilla.
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Tempo di cottura, arrivano i primi. Le trenette altro non sono che spaghetti alla chitarra fatti in casa, al giusto dente, favolosi. Il sughetto, in bianco, è strepitoso, spiccano pezzi grandi di funghetti vari…..buoni buoni buoni.
Le mezzelune sono buone, fatte in casa, ripieno ai funghi porcini di sapore intenso, condimento anch'esso di porcini freshi a pezzi grandi. Buonissimi.
Poi arrivano i pomodori gratin, discreti, perché a mio gusto di gratin c'era poco, troppo “smoledeghi”, le patate fritte ottime, belle spesse e giustamente fritte, morbide dentro e croccanti fuori.
E la tagliata…. Non mi hanno chiesto la cottura e mi è arrivata perfettamente al sangue. Carne tenerissima e di ottimo sapore, senza fronzoli vari. Ho richiesto anche qui il solito coltello a lama liscia e mi hanno portato il solito coltello a sega fine…… per fortuna che non ho avuto tanto il bisogno del coltello….
Ma io mi chiedo, parlo turco???? Non esistono più quei bei coltelli a lama liscia affilata come un rasoio? Perché dobbiamo continuare a farci male strappando e lacerando la carne invece di tagliarla…..eppure in cucina tutti gli chef usano coltelli a lama liscia…..beati loro…..
Fine pasto. Lascio lì mezza bottiglia di vino, mi pange il cuore. Mia moglie prende una coppetta al mascarpone, eccezionale, la sto guardando adesso e si lecca ancora le labbra. Io opto per un sorbetto al caffè. Fantastico, sembrava una crema. Due caffè deca, ottimi e il conto…….54 € in tutto.
4 cappelli, ho mangiato benissimo, bell'ambiente, bellissimo contesto (fuori non c'erano rumori, solo un leggero fruscio di foglie al vento e tante cicale), tutti alimenti di prima qualità , ma, c'è sempre un ma, un cappello in meno per il coltello a sega……..
A-v salut magnadôr bóss, arváddres….
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UN PO' DI STORIA NON FA MALE A NESSUNO
Da Wikipedia:
Il territorio in cui sorgono oggi le frazioni che danno vita a Castello di Serravalle fu, da sempre, zona di confine, d'incontri e di scontri tra popoli e culture. Questa terra in cui s'erano insediate popolazioni Etrusche vide l'arrivo da un lato dei Celti Boi, fondatori (con gli Etruschi stessi) della città di Bologna e dei Celto-Liguri Friniati, una potente "tribù" che aveva nella vicina Pavullo il suo centro principale e che si oppose alla successiva conquista dei Romani costringendoli ad una guerra durata cinquant'anni, prima di cedere del tutto le armi.
Questa collocazione, a mezza strada tra Bologna e Modena, si rivelerà ancora una volta determinante nel Medioevo, quando, nel 1227, Serravalle si costituisce ufficialmente come Comune che, per la sua posizione strategica e per la sua fiorente economia agricola, è immediatamente conteso tra i due centri più importanti.
Dopo numerose battaglie sarà Bologna ad assumere il controllo di Serravalle e, di conseguenza, della Valle del Samoggia e di quella del Panà ro.
Resta famosa nella storia la battaglia di Zappolino tra Bolognesi di parte Guelfa e Modenesi Ghibellini ed alla quale presero parte 35.000 fanti ed oltre 4000 cavalieri ed in cui si contarono più di 2000 morti, cifre di tutto rispetto per un'epoca nella quale le battaglie erano spesso poco più di scaramucce. Lo scontro decisivo avvenne il 15 novembre del 1325, alle prime ombre della sera e, tra l'altro, diede origine al poema tragi-comico del Tassoni "La Secchia rapita".
Anche i decenni successivi furono caratterizzati da frequenti passaggi di mano del territorio, prima proprietà dei Visconti, poi dei Bentivoglio ed infine divenuto parte dello Stato Pontificio.
Si conserva la Rocca, di origine medioevale. All'interno nella duecentesca "Casa del Capitano" è ospitato l'"Ecomuseo della collina e del vino", collegato a sezioni dislocate sul territorio. Il museo descrive le caratteristiche dell'interazione tra uomo e ambiente nell'area e le caratteristiche culturali degli abitanti, comprese le antiche attività economiche.
La chiesa barocca del 1774 di S.Apollinare merita certamente una vista anche solo per il bellissimo contesto paesaggistico in cui sorge, nel pieno di un parco fluviale. Importanti dipinti di Bartolomeo Passa rotti, Giuseppe Marchesi detto il sansone e Giuseppe Varotti.
Il palazzo di Cuzzano nell'omonima località è di carattere medioevale, recentemente ristrutturato, ricco di affreschi saloni e sede di cerimonie estive.
Dal sito http://www.comune.castellodiserravalle.bo.it
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Il territorio di Castello di Serravalle è ancora ricco di Case-torri e piccoli borghi che rendono particolarmente suggestivo il paesaggio collinare, soprattutto in primavera e in autunno. Purtroppo molte case storiche del Comune sono visitabili solo all'esterno, essendo abitazioni private che, raramente, all'interno contengono sale e arredi di pregio......
Borgo antico di Serravalle
Borgo antico di Serravalle
E' uno dei più suggestivi castelli della vallata del Samoggia che continua a rievocare l'atmosfera incantata e silenziosa di un borgo medievale. Risale probabilmente alla fine dell'XI o all'inizio del XII secolo, ma soltanto nel 1209 viene incluso dall'imperatore Ottone IV, insieme ad altre località , tra i territori di pertinenza della già potente Abbazia di Nonantola, che estendeva la propria giurisdizione alle province di Modena, Ferrara e Bologna.
E' un momento storicamente delicato per questo territorio a causa delle continue rivendicazioni sul contado da parte di Modena e Bologna. Si potrebbe quasi misurare l'intensità della lotta considerato il numero di ricostruzioni e rafforzamenti a cui viene sottoposto il Castello di Serravalle (1287, 1288, 1294, 1296, 1297, 1298). In un paio di occasioni Bologna è, addirittura, costretta ad esonerare gli abitanti dal pagamento delle tasse, in considerazione delle ingenti spese militari che questi avevano sostenuto.
Proprio nel 1288, del resto, Serravalle viene investita di un potere di controllo su tutti gli altri Comuni della vallata, che sostituisce i singoli podestà . Nuove ristrutturazioni e rinforzi alla guarnigione interessano anche il primo trentennio del Â?300, quando il castello venne affidato alla custodia della Corporazione del Griffone e dei Falegnami e deve fronteggiare le devastazioni di alcuni fuorusciti bolognesi, che sfociano nella “battaglia di Zappolino”. Allo scadere della metà del secolo, Serravalle cede il testimone a Savigno, che assume il vicariato di tutti i Comuni della vallata del Samoggia e del Lavino. torre del castello
Al di là delle complesse vicende storiche, resta la realtà di un fortilizio che vantava quasi mezzo chilometro di circonferenza e si estendeva lungo il crinale della montagna tra due porte opposte. L'ingresso attuale presenta una successione di due porte archiacute, precedute un tempo da un ponte levatoio e ancor oggi affiancate dal cassero. Questa torre di forma irregolarmente trapezoidale, in cui risiedeva il Castellano, viene costruita nel 1227 dai bolognesi per potenziare la struttura difensiva.
Le vicissitudini storiche non hanno però consentito che si conservasse, della costruzione originaria, poco più del basamento. Nel 1451 la parte superiore viene infatti distrutta per ordine del Senato bolognese e ricostruita nel 1523. Ben più recenti sono invece gli inserti delle finestre e i merli angolari che risaltano con i loro mattoni in cotto sul paramento murario in pietra.
Lasciando il Cassero alle nostre spalle, si incontra sul lato sinistro della strada principale un settecentesco palazzo signorile, interamente costruito in cotto.
L'assenza di intonaco sulla facciata e sui lati minori, lascia scorgere il tamponamento di un precedente edificio porticato con tre arcate a tutto sesto.
Il prezzo maggiore di questo palazzo, di impianto abbastanza semplice, è un originale uso decorativo dei materiali costruttivi. Le cornici delle finestre simulano il disegno di conci orizzontali e diagonali grazie ad un abile utilizzo del cotto; analogamente il cornicione superiore, pur notevolmente frammentato, conferma l'impiego di maestranze specializzate nella realizzazione di queste decorazioni architettoniche. Restando al bivio con Via Boccadiferro è interessante notare anche il primo edificio sulla destra in cui, sotto ad un cornicione medievale con filari di mattoni disposti a T e a denti di sega, sono visibili alcuni rimaneggiamenti (la chiusura di un arco a tutto sesto e di un paio di monofore ogivali). Riprendendo la via principale Casa del Capitanosi lascia sulla destra la chiesa di S. Pietro Apostolo, ampiamente rifatta in stile pseudo romanico, per raggiungere il palazzo comunale.
Costruito nel 1235 dal capitano in carica, Jacopino di S. Lorenzo, si compone di una loggia e di una torre cinquecentesca con cella campanaria, che un'iscrizione attribuisce a Pirro Buttiglieri.
La visita del Castello di Serravalle si conclude quando la strada principale si congiunge con un piazzale da cui si gode un suggestivo panorama della vallata. Senza allontanarsi il visitatore può anche notare, proprio in angolo con Via Boccadiferro, un interessante complesso abitativo da cui emerge una torre quadrangolare con le tipiche feritoie per i colombi o i rondoni.
Consigliatissimo!!
[gi]
09/08/2009