Il potente richiamo del mare, il raffinato e delicato sapore dei suoi abitanti ed ovviamente un'ottima compagnia di amici a tavola.
Annaffiamo tutto questo con un pò di vino e di allegria e diamo alla cena meravigliosa un palcoscenico, ovvero quello del ristorante "Lo Scoglio" di Finale Emilia.
Era da moltissimo tempo che non ci andavamo, principalmente per la lontananza da Modena, unico vero problema logistico.
Ieri sera però l'occasione era perfetta, così abbiamo deciso di prenotare un tavolo per cinque persone verso le otto di sera.
Attraversiamo le desolate strade immerse nella campagna ed i tanti ignoti e minuscoli paesi, fino a giungere a Finale Emilia, la nostra meta.
Arriviamo davanti al ristorante e parcheggiamo.
Mentre un delizioso aroma di pesce ci accoglie, entriamo nel locale, che è strutturato in tre sale diverse.
La prima (quella da dove si entra) è adibita alla cassa ed al bar (amari, caffè, ecc), mentre le altre due sono per le consumazioni al tavolo.
Veniamo accolti con simpatica professionalità dal gestore, che si ricorda benissimo di noi a distanza di molto tempo, e ci fa accomodare in un ampio tavolo, proprio davanti allo scaffale dei vini.
Sedendoci, ci troviamo subito a nostro agio: l'ambiente è fresco ed elegante, grazie ai tenui colori delle pareti ed ai tanti pregevoli ornamenti marinari.
Il profumo che ci avvolge, poi, è tutto un dire su come andrà la nostra cena .
Il gestore torna, chiedendoci subito cosa vogliamo da bere.
Piggo, avendolo precedentemente individuato su un tavolo antistante, ordina un Mionetto annata 2007, che ci verrà servito freddo, assieme a due bottiglie d'acqua (gas e no-gas).
Ci viene poi chiesto cosa desideriamo per iniziare, non c'è bisogno di un menù davanti, si può scegliere tra quello che c'è di fresco, ovvero pochi piatti (rispetto ad altri ristoranti di pesce), ma tutti genuini ed eccezionali.
Iniziamo con un tris di antipasti freddi (gamberetti, polpo e alici), che ci vengono portati dopo una breve attesa, nella quale ci dedichiamo all'assaggio del vino.
Andiamo per ordine, perchè ne vale veramente la pena.
I gamberetti sono rosei, sodi e dal sapore delicatissimo ma deciso.Essi nuotano in un prelibato intingolo a base di olio, pepe tritato finissimo e minuscole scorzettine di limone.
Questo sugo prelibato è reso ancora più speciale dal sapore dell'acqua di cottura dei piccoli crostacei, che sono immersi in questo olio leggero,freschissimo e misteriosamente sfizioso.
Nella seconda terrina troviamo invece una ricca insalata di polpo (perfettamente cotto e dalla consistenza carnosa) con tocchetti di sedano al crudo.
Il piatto è anch'esso leggermente bagnato da un favoloso e saporitissimo olio.
Il terzo antipasto è invece quello di alici marinate (dal sapore deciso, forte e genuino), servite con un pò di prezzemolo.
In una mezz'ora finiamo i tre antipasti (veramente superbi), che abbiamo sposato con le profumatissime e fresche note del Mionetto.
Finiamo anche la bottiglia, che nel frattempo, riscaldandosi leggermente (non ci è stato portato il secchio del ghiaccio, ma va benissimo così), ha preso un pò di bollicine, assolutamente gradevolissime.
Ne ordiniamo una seconda bottiglia, da accompagnare ad un primo piatto d'eccezzione, ovvero il risotto alla pescatora, in porzione da 5.
Esso ci viene portato in una grossa terrina, ed è già una meraviglia alla vista.
I piccoli frammenti di pescato (gamberi, molluschi e carne di pesce), nuotano in un particolarissimo mare di sugo rosso, dal sapore contemporaneamente dolce e piccante (il giusto).Il riso è perfettamente cotto al dente, ed il piatto si merita da solo una visita al locale, grazie alla sua superba delicatezza e succulenta gustosità.
Come delle autentiche buone forchette, facciamo la scarpetta al superbo intingolo, avvalendoci delle pagnottine freschissime che sono al tavolo dall'inizio del pasto.
Pulito per bene il tutto, ci lanciamo sulla grigliata di crostacei, il cui ricordo ancora mi fa venire l'acquolina in bocca.
Essa giunge in un enorme e pulito vassoio di metallo, e comprende aragostine, code di rospo, seppie, cappe sante e gamberi allo spiedo.
Volendo ci si può avvalere di qualche fetta di limone (un piatto pieno di spicchi è già lì dall'inizio del pasto).
Tutti gli elementi di questo unico piatto sono sopraffini, dalle tenere aragoste, alle dolci code di rospo, alle croccanti seppie, alle fantastiche cappe sante (il cui gusicio è pieno di un prelibatissimo pane gratinato), fino ai gustosissimi gamberi già pronti.
Ogni descrizione ulteriore è superflua, dico solo che una grigliata così buona, ricca e particolare, non l'ho mai mangiata da nessuna parte.
Questa cornucopia marina, tutto questo copioso ben di Dio, è accompagnato da un particolarissimo sorbetto di vodka e limone, che viene servito ancora ghiacciato in un enorme vaso da marmellata, da dove si può attingere con un cucchiaio.
Secchiamo un'altra bottiglia d'acqua e passiamo ai dolci: due torte ai pinoli, due al limone ed un tartufo bianco.
Tutti buoni, anche se evidentemente "comperi".
Tre caffè chiudono questo pasto eccellente, che riconferma "Lo Scoglio" a distanza di tanti anni come il mio ristorante di pesce preferito.
Il prezzo, in cinque è di 300€, ovvero 60€ a testa, ottimamente spesi per una consumazione abbondante ed estremamente appagnate.
Cinque cappelli, senza la minima ombra di dubbio.
Alla prossima
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RaInMaN
Imperdibile!!!
[spingi]
09/08/2009
hai fatto venire l'acquolina in bocca anche a me
Bisogna che lo provi