Gita sulle nostre montagne per festeggiare la nuova (usata) GrogCar. Ci svegliamo sabato sul tardi, bisognerà anche riposarsi ogni tanto….. si parte e si prende la Giardini, direzione sù, cioè Sud.
Saliamo con calma, non ci corre dietro nessuno. Io poi devo abituarmi al nuovo assetto di guida, alle nuove dimensioni della GrogCar, alle nuove risposte che mi dà il pedale dell'acceleratore e quello del freno. Fila liscio tutto come l'olio (extravergine). Saliamo tranquilli, senza aria condizionata, c'è fresco, superiamo indenni il mercato di Pavullo, andiamo oltre.
Ã? divertente dire che andiamo su quando invece si va giù……
Gira che ti rigira, arriviamo verso Barigazzo. Traffico zero. Non c'è in giro nessuno…che siano tutti al Giro? Bel giro di parole, eh? Oggi il Giro è a Bologna.
Scendiamo e facciamo una puntatina alla Sorgente. Ã? già mezzodì suonato. Lo stomaco reclama. Ho visto passando un locale, propongo alla mia signora di andare lì. Siccome anche lei ha una puntina di appetito, giriamo la macchina e torniamo indietro. Non l'avessi mai fatto!!!!! Mai lasciare la strada nuova per la vecchia. Era meglio se tiravo dritto e mi infilavo in un altro posto…….. non che poi abbia mangiato malissimo, ma…..tutto il contesto ha lasciato molto a desiderare.
Il locale sembra una baita dolomitica, da fuori. Parcheggio praticamente inesistente, piazzo l'auto sotto un'albero così come viene, per beccare l'ombra. Entriamo. Siamo praticamente in un bar. Una signora anziana, ma che dico, di più… entra in una stanzetta sulla destra dove ci sono tre tavoli apparecchiati con due avventori. Ci avviciniamo e guardiamo un po' basiti il contesto, la vecchietta ci squadra e ci dice che se vogliamo vedere il panorama, possiamo accomodarci di là , e sparisce. Di là dove? Mi guardo intorno, c'è il banco bar, due flipper, un camino in un angolo, una porta chiusa, un signore ad un tavolo che legge il giornale e una finestra a vetri tipo quelle che portano in giardino. Il signore, baffuto e gentile, mi fa un cenno e mi dice che là è qua, oltre la vetrata. Ringrazio, apriamo e entriamo. Vasta sala deserta con poco arredamento, in fondo si intravede un'altra sala con tavoli apparecchiati.
Arriviamo nella sala vera e propria, anche se sala non è, essendo sicuramente un terrazzo verandato e trasformato in sala. C'è un fresco incredibile, fuori intanto si era alzata la temperatura. Mi guardo intorno sperando di scorgere il climatizzatore, ma niente. Il fresco è tutto naturale. Ci sediamo davanti ad una finestra, con sullo sfondo il Cimone ancora innevato, sembra di poterlo toccare.
Siamo soli. Ancora qualche minuto di attesa, che mi permette di spostare il tavolo più a favore di panorama e di aggirarmi nella sala per ammirare il vecchissimo Juke-Box posizionato in un angolo, chissà se funziona? Ci sono dei dischi dentro, il più recente è di Peter Tosh….figuratevi gli altri…..
Finalmente arriva qualcuno, è un sognore con tipica parlata chiusa e faces da montanaro, ci porta il menù e sparisce. Altri interminabili minuti. Arriva la stessa nonnina che ci aveva accolto all'inizio, col suo bel grembiulino blu, la scuffiola e una bella faccina rugusa sorridente….con poco dente direi…..
Scegliamo il menu fisso: gnocco, tigelle, lardone, formaggio grattugiato, formaggi misti e affettato misto. Una bottiglia di Lambrusco di Modena e una di acqua minerale gassata.
Alla domanda quali affettati gradivo, ho risposto che non avevo preferenze, ma per il vino avevo prima proteso per un Sorbara, poi incuriosito avevo chiesto cos'era Â?sto Lambrusco di Modena. La nonnetta non si scompone e mi risponde che se lo fanno fare loro da un'altra ditta e ci sgnaccano sopra l'etichetta del ristorante.
La carta dei vini è ben fornita, anche il menù spazia di qua e di là , fanno un sacco di pasta fresca tirata a mano, tortelloni, tagliatelle, tortellini, spaghetti, maccheroni e risotto in tutte le salse, poi tanti secondi e contorni classici e non, tra cui spicca la bistecca di bufalo.
La casa produttrice del Lambrusco è Vandelli Celso, via Puianello 26, a Castelvetro.
Vino strano, non cattivo ma passabile e bevibile. Ã? un grasparossa chiaro. Direi un ibrido. Accontenta chi vuole il Sorbara e chi non lo vuole.
Arriva anche l'acqua, non gassata e bottiglietta da mezzo litro….va beh….scherzi dell'età .
Passano cinque minuti abbondanti e la nonna ritorna con l'affettato, il lardone e il parmigiano grattugiato. I salumi hanno un bell'aspetto, solo quello però, in realtà non sono cattivi, ma d'hanno l'idea di essere stati lasciati lì senza subire tagli per molto, molto tempo, sono rigidi….. prosciutto crudo, salame felino, pancetta, coppa…..ah, i ciccioli ce li aveva decantati, in quanto prelibati, li fanno loro come il lardone, ammazzano il maiale, ma di loro non ce n'era l'ombra….va beh, la vecchiaia….
Il lardo era buono, morbido, ben condito e agliato giusto.
Poi arrivano lo gnocco e le tigelle…..sglab!!!
Gnocco giallo. Giallo. Sembra fatto con la farina di mais, maculato, tipo farina integrale. Ã? strano. Non è gonfio come siamo abituati noi, è spesso ma è morbido allo stesso tempo ed ha un buon sapore, ma è “tamugno a basta”, rombi piccoli, tagliati con la rondellina dentellata. Rimane morbido per del tempo, questo sì, quindi lo si può mangiare anche un po' freddo, ma riempe assai.
Col gnocco scopriamo la vera natura dell'affettato, quando si prendono le fette, queste rimangono belle dritte, come prendere fra le dita un CD…..
Le tigelle in compenso non hanno un aspetto invitante. Sono dei dischi regolari di 10cm di diametro alti 5mm. Colorito melangiato, anche questi con farina integrale, ma bianca. Bisogna avere una bella mira per riuscire a dividerli in due. Per fortuna ce ne sono poche e riusciamo, anche se a stento, a finirle. Freddi sono come mangiare delle mattonelle. Non sono cattive di sapore, intendiamoci, mia moglie dice che sono compere, secondo me sono fatte con gli stampini, ma in casa.
Mentre riusciamo a mangiare lo gnocco e le tigelle per intero, rimane nel piatto del prosciutto crudo, le prime fette, durissime.
Finito il “lauto” pranzo, non ci resta che visitare la toilette e poi risalire in macchina per andare a prendere, come nostra consuetudine, il gelato a Pieve e il caffè a Sant'Anna Pelago, coméd.
Anche trovare il bagno è stata dura. Per fortuna c'era il solito baffone che non aveva ancora finito di leggere il giornale, che sempre gentilmente mi ha indicato una porta alle sue spalle. Chiamare questo, “toilette”, è un eufemismo, questo è un vero “cesso”, pulito, ma vècc come al cócch. Antibagno in mezzo, ai lati le due porte maschi e femmine. Per noi maschi ancora il cesso alla turca, con la doccia……mi viene da ridere a pensare di dover mettere il culo così in alto per doverlo lavare….
Quello delle donne penso fosse tradizionale, mia moglie non ci ha fatto un giro. Nell'antibagno, lavandino dei sette nani con carta igienica per asciugarsi e spargisapone rotto, bisogna aprirlo e pucciare una mano nel sapone liquido dall'alto. Per l'acqua, il massimo del modernariato, piccolo pedale in basso, attenzione però, pigiate piano sennò affogate…. Ceramica di rivestimento azzurro cielo.
Si paga, alla cassa la ragazza più giovane, avrà una sessantina d'anni. Allora, 25 euro in tutto!!!!
Penso ad un errore, ma non c'è nessun errore:
2 menù fissi 20 €
1 lambro 4,50 €
1 mezza acqua 0,50 €
Ho pensato subito che questo sarebbe uno di quei locali adatti per Rolando e Dj_Lagra, il miglior risultato con la minor spesa. Dov'è che oggi come oggi si possono trovare prezzi così? Una boccia di lambro a questa cifra? L'acqua la paga di più mia moglie a prenderla dalle macchinette dove lavora….
Che volete, zero sono troppo pochi e due troppo…tanti…. Un cappello è più giusto. Non si può dire che abbiano molto tempo davanti per migliorarsi…..
Poteva andare meglio..
[violetta]
28/05/2009