Sono quindici anni, forse più, che passo davanti a questo posto, un p'ò nascosto, un p'ò lontano dalla strada, non si vede niente, si trova in “grave” ( zona in prossimità del fiume Piave in terreni altamente vocati alla viticoltura), solo un cartello che ne indica l'esistenza con scritto: al “vecio morer” aperto pranzo e cena, carne e pesce alla brace.
Non è mai stato il menù ad ispirarmi, quanto il nome della trattoria, “ VECIO MORER” che è la versione dialettale di gelso, cioè vecchio albero delle more.
In giro per cantine, decido che questo anno lo devo assolutamente provare.
Come dicevo, distante dalla strada, è già tardi, speriamo che sia aperto.
Il locale all'esterno è molto bello, ampio il parcheggio, un grande giardino, nel quale è stato ricavato uno spazio attrezzato per i bambini, alla fine del giardino si possono vedere le acque del Piave
La trattoria è ospitata in una vecchia casa colonica, ora ristrutturata con uno stile rustico, ma molto curato, mi raccontano che era osteria ai tempi della grande guerra.
Dispone di due sale molto ben arredate di cui una grande posta sotto una bellissima veranda estiva.
A gestirla sono due giovani fratelli, Roberto in cucina e Renato in sala.
Siamo in due, e ordiniamo:
un'antipasto di pesce composto da moscardini caorlotti (non siamo molto lontani) cucinati al vapore, canoce e cape longhe sempre caorlotte
Per il mio compagno di viaggio un primo piatto di gnocchi con sugo di gransoporo e rosmarino.
Ci sono decine di modi per preparare i moscardini e tutti molto buoni, ma ci sono decine di modi per rovinarli. Per apprezzarne il sapore e la freschezza, sempre che lo siano, devono essere cucinati e mangiati al naturale, eventualmente passati in padella con olio e aglio, con l'aggiunta di pepe e prezzemolo, questi lo erano, eccellenti, teneri, e con un antico sapore di mare.
Non ho sufficienti parole per descrivere la bontà delle cape longhe (cannolicchi) grandi come ormai non se ne trovano, senza sabbia (molto raro) cotte in forno, divine; un vero peccato che si trovino fresche solo fino a marzo.
Normali le canoce (cicale di mare) olio e limone.
Molto buoni anche gli gnocchi, presentati con una tazza a parte, con alcune chele del granchio.
Secondi:
Volpina ai ferri, portata al tavolo per vederla ancora fresca e un fritto misto.
Non ricordo di aver mai assaggiato un fritto che non fosse fritto, portato sopra la carta gialla, non ha lasciato segni di unto: nel fritto c'era di tutto, fuorché il normale. 10 e lode.
Fresca e saporita la volpina.
Alla fine qualche dolce tipico delle mie zone, fritoe e crostoi.
Il tutto accompagnato da un ottimo prosecchino, come si dice dalle mie parti.
Abbiamo mangiato bene, eleganti i piatti e ben presentati, eccellente il servizio, competente e molto cordiale.
Pranzo da cinque cappelli, ma il costo leggermente alto, 43€ cad. lo trasforma in quattro, non per la qualità ma per la quantità , pur sapendo di aver mangiato materia di prim'ordine, assolutamente fresca.
Ritornerò per le mazanete e i spiantani in autunno.
avanti che c'è posto
Consigliatissimo!!
[candy]
30/01/2009
una curiosita' e scusa l' ignoranza = cos'e' il gransoporo ?