Ora di pranzo, zona S.Vitale. Non posso farmi sfuggire ancora una volta la possibilità di assaggiare la cucina del buon Cesare.
Facciamo la strada verso piazza Aldrovandi di gran passo, arrivando al locale trafelati e con le mani gelate, e troviamo ad accoglierci due notizie invero non sorprendenti: a) il locale non è pieno, di più; b) a mezzogiorno s'usa il 10-20, ossia menù con primo per 10 euro, menù con secondo per 15 euro, menù completo per 20 euro.
Decidiamo di aspettare in coda, di fianco ad una pila di scatoloni di vino e dietro una marea di gente: questa attesa ci costerà , a dirla tutta, una sana multa per il tagliandino di parcheggio scaduto, ma ne valeva la pena, e vi dirò perchè.
Il buon Cesare io non l'ho visto, ma se non c'era ha lasciato il locale in mano ad una squadra ottima, nonchè rapidissima: entro venti minuti ci troviamo a rincorrere un giovane cameriere che come il Bianconiglio ci fa strada attraverso un piccolo labirinto di salette dipinte a suon di pinocchi e ghirigori dorati (geniale!) verso un tavolino in penombra UV. Dal mio posto posso ammirare la sveltezza del personale di cucina, una commovente finestrella oltre la quale sale e scende un cesto per la spesa, e il gioco di luci e colori che movimenta l'intero locale.
Niente tovaglie importanti, ma un tessuto "da coprire i divani"; tovaglioli neri; tovaglietta di carta e bicchieri col fondo decorato. Rosso per due? Il cameriere ci porta un buon Cabernet veneto e un piatto colmo di gnocco al forno e ci lascia lì a goderci l'atmosfera. In realtà ci godiamo assai pure lo gnocco, ma il giovane non si scompone: tra il primo e il secondo ci porterà un altro piatto pieno, che problema c'è?
Iniziamo con pasta al forno con pomodoro e ricotta e, per me, tortelli di patate burro e salvia: a metà piatto ci scambieremo le pietanze perchè la pasta al forno è buona, ma i tortelli sono divini, ed io sono generosa
Già insieme al primo ci portano un piatto di insalata mista come contorno: e dopo una gran scorpacciata di tortelli, gnocco e insalatina io sarei già sazia, ma non si va mai a casa di un toscano senza assaggiare la ciccia. Quindi, via con una porzione di scottadito di agnello.
La carne è ottima, alta, tenera, saporita, pulita dal grasso in eccesso ma condita con un romanesco retrogusto d'acciuga; l'accompagna un'abbondante dadolata di zucca spadellata col parmigiano. L'insieme boccone d'agnello-dadino di zucca, garantisco, è da svenire.
Finiamo il nostro calice di vino, la nostra bottiglia d'acqua e chiediamo il dolce (torta di riso e cannella -la torta di mele era finita ) e il caffè.
A questo punto vi devo dire che io ho pranzato con due cose che, in genere, detesto: i tortelli di patate e la zucca. Eppure ho mangiato con un piacere, e una voracità , indescrivibili. Il che significa che in questo locale san scegliere degli ottimi prodotti e li san lavorare ed armonizzare così bene che "questa cosa non mi piace" non esiste più.
E questo gran sfoggio d'abilità e di gentilezza, sentite bene, per la modica cifra di 30 euro totali: 15 a testa.
Avrei voluto tenermi il quinto cappello per una visita serale, ma come posso trattenere l'entusiasmo?
Imperdibile!!!
[damiani]
05/12/2008