Il bello di Bologna è che nelle stradine più imboscate e nelle viuzze più sconosciute si possono trovare scorci meravigliosi.
Via Piella è in pieno centro, in quanto laterale di via Augusto Righi, a sua volta laterale della centralissima via Indipendenza.
Per intenderci, siamo in zona piazzola, infatti piazza VIII Agosto è a due passi, quindi risulta decisamente comodo trovare parchegggio.
Per chi è di Bologna, questa è famosa per essere la via con la "finestrella": sotto il portico, infatti, in mezzo a un muro,ad altezza degli occhi, si trova una piccolissima apertura dalla quale si può vedere il canale Navile, che parte dal fiume Reno alla chiusa di Casalecchio, attraversa tutta la città e riconfluisce in pianura dentro al Reno, percorrendo più di 3 km nel sottosuolo di Bologna.
Proprio a fianco a questa finestra, si trova l'entrata della vecchia trattoria Serghei, della quale si possono trovare lodevoli commenti in molte guide, prima fra tutte quella slow food.
Trovandoci in centro per l'ora di pranzo e (bestemmia!) non essendoci mai andato, decidiamo di fermarci per un piatto di tortellini in brodo, complice il freddo che alla mattina aveva fatto scendere anche qualche fiocco di neve.
Il locale si presenta in un'unica sala con le pareti in legno, una trentina o poco più i coperti, con un arredamento tipico da vecchia trattoria, molto accogliente, preceduta da una piccola sala d'attesa con un unico tavolo e il bancone del bar.
La prenotazione, viste le dimensioni, è praticamente indispensabile.
Appena fatti accomodare, ci vengono elencati i piatti del giorno.
Sapendo già cosa ci aveva spinti lì, ordiniamo ad occhi chiusi due scodelle di tortellini.
Ce li porta direttamente la madre della titolare, probabilmente la cuoca, la quale ci grattugia anche sopra il parmigiano.
Eccellenti.
Alla prima cucchiaiata (da noi la regola è "3in bocca, 3 nel cucchiaio e 3 già scelti nel piatto" ) la sensazione avuta è che fossero tali quali a quelli che faceva mia nonna. Oltre al tortellino, eccellente anche il brodo, classico di cappone, bello "carico", e non giallo paglierino tipico di quelli annacquati.
Come secondo, prendiamo una porzione di arrosto di tacchino.
Due fettone di ottima carne, morbida e saporita.
Per finire, un dolce, una panna cotta.
Come vino, dopo aver consultato la carta, scritta a mano, non infinita, ma con una bella possibilità di scelta e giusti ricarichi, ordiniamo un Chianti Rufina Nipozzano 2002 del Marchese de' Frescobaldi e l'immancabile bottiglia di acqua naturale.
Concludono un ottimo pasto due caffè.
Spesa totale, fattura alla mano, 66,50€, che ci stanno e li valgono tutti.
La cucina è espressa e si sente, la pasta è fatta in casa e le quantità sono più che giuste.
Imperdibile per tutti coloro che, trovandosi a Bologna, vogliano sentire i veri piatti della tradizione, in un'atmosfera tipica, spendendo una cifra equa.
Imperdibile!!!
[furzeina]
27/11/2008