Ciao a tutti, riprendiamo le nostre recensioni dopo un luuuunghissimo periodo di assenza (ma non certo di digiuno ), con un cinque cappelli di tutto rispetto.
Dopo aver provato numerose volte ad andare in questo locale, finalmente riusciamo a trovare posto.
Ci presentiamo alle 20.30 come ci aveva detto il gestore (molto gentile per telefono) e, sapendo che il menù è fisso, pensiamo che non sia il caso di tardare. In realtà siamo tra i primi avventori.
Il posto sembra molto felice fin da fuori, fabbricati agricoli con botti, trattori, la vigna, e tutto il corredo. Nell'ingresso, scritto a mano col gesso su alcune vecchie botticelle, ci sono le regole dell'agriturismo: il prezzo, il fatto che non servono superalcolici agli under 25 (punto e basta), e a mezzanotte tutti fuori!
Saliamo le scale ed entriamo nel locale vero e proprio, tre stanze piene di oggetti, ricordi (soprattutto del titolare), un vecchio pavimento in cotto lasciato grezzo ed un po' sconnesso, botti, tappatrici, vetrine di oggetti, poster...
Il tutto però non ci dà l'idea di un rustico ricercato e ricostruito, ma di una vera azienda agricola (un vero agriturismo, insomma) da cui traspaiono anni di ricordi e la personalità (eclettica) del titolare.
Ci accoglie un cameriere gentilissimo, che ci fa accomodare in un tavolino per due già pronto con i suoi antipasti e la sua bottiglia di vino. Sedersi e cominciare a servirsi direttamente ci dà proprio l'idea di essere a casa, o comunque in un posto familiare dove qualcuno ci stava aspettando. Dietro a Marco c'è una vecchia tappatrice che funge da servant per le bottiglie di lambrusco, da cui possiamo attingere self service (in realtà non ne approfitteremo, limitandoci a fare una bottiglia in due).
Attacchiamo con gli antipasti molto buoni, alcune verdurine in agro (cipolle, zucca, peperoni...), un taglierino di prosciutto, uno di pane, ed alcuni pezzi di gnocco fritto e molto leggero.
Ci viene portato un insalata di farro rosolata nella pancetta che è la fine del mondo, dei tortelloni di ricotta molto buoni, e dei tagliolini fatti a mano, spessi ed irregolari, conditi delicatissimamente con zucchine e porri... molto, ma molto godibili.
Nonostante le porzioni sembrassero inizialmente scarse, Silvia è già sul punto di non poterne più, e Marco "deve" darsi al doppio lavoro.
Arriva un altro tagliere, con forchettone e coltello per fare come fossi a casa tua, con sopra costine in umido, un bel pezzo di arrosto al forno (forse coppa?) sugoso e tenero, ed un contorno di spinaci.
Altro taglierino, con due pezzi di torta di riso (che a Marco generalmente non piace, ma qui fa un eccezione) e due di crostata (in cui è difficile dire se fosse venuta meglio la marmellata o la pasta). Grappino bianco, più un altro bicchierino, sempre di grappa bianca, lasciata a riposare in una botticella di ginepro, che il cameriere ci propone (giustamente) di assaggiare.
Dopo essere stati piacevolmente a chiacchierare, e soprattutto a guardare e riguardare la marea di oggetti appesi e disseminati nelle stanze (un po' come fai a casa di un amico, quando l'arredamento ti parla delle persone che vivono nella casa), ci avviamo alla cassa e paghiamo i nostri 60 Euro (prezzo fisso) in due. Altro giro di grappa (per Silvia) e nocino (per Marco).
Al momento di uscire incrociamo il titolare che rientra, dopo essere stato assente tutta la serata. Un tipo dall'aria simpatica, che ci saluta in modo cordiale, raccontandoci della sua serata... ce ne andiamo con la sensazione di perderci forse il momente più piacevole ed interessante della cena, le chiacchiere col titolare, ma l'ora stringe, e domani si lavora tutt'e due.
Spazio pignoleria:
- il tavolo era molto vicino ad una porta di passaggio e, per non essere tra i piedi, Silvia ha spostato la sua sedia sull'altro lato libero, dando le spalle alla sala e guardando la parete... un po' come fosse in punizione;
- avere gli antipasti già sul tavolo ha comportato che il salume fosse un pelino tentente a seccarsi;
- la cucina è buona e con ingredienti di qualità indubbia, ma da sola non sarebbe da cinque cappelli...
- la grappa finale ci è stata servita direttamente nel bicchiere: fanno quasi tutti così, ma avere la bottiglia sul tavolo fa tutta un'altra scena (e poi spesso non ne si abusa più di tanto).
Il locale è, valutato tutto insieme, forse uno dei posti più carini, affascinanti e piacevoli in cui si sia mai stati, si mangia bene (nonostante la fatica per finire tutto, ci siamo alzati leggeri leggeri) ed il contesto ti fa gustare al meglio ogni forchettata. Il servizio è stato impeccabile, discreto, educato e gentile. Insomma, un locale in cui non solo torneremo, ma che probabilmente a breve sarà nella nostra scarna ed esclusiva lista dei preferiti!!!
Imperdibile!!!
[bicio]
24/11/2008
bella e invitante recensione
Lo metto fra i visitabili