Primo giorno a Venezia, siamo arrivati tutti e siamo in otto, tre cinni e cinque adulti. Nel pomeriggio mio padre decide di andare a mangiare tutti insieme in questo locale, vuoi perché vicino a casa, vuoi perché ci siamo andati sempre da quando abbiamo la multiproprietà e si mangia benissimo. Telefonata e prenotazione. Ore 21, il secondo turno. Alle 20 i cinni non ce la fanno più, io, che sono arrivato a Venezia al mattino e che ho girato come un matto fino a mezz'ora prima, sono già in ipoglicemia e non capisco più un kaiser. Mio padre riprende il telefono e richiama, in verità ha fame anche lui, chiede di poter andare là prima. Loro un po' bruscamente e sgarbatamente (vivavoce) dicono che non hanno posto, mio padre insiste ossequioso ed allora uno replica di andare alle 20.30 che un buco l'avrebbero trovato sicuramente. Puntuali ci presentiamo lì all'ora stabilita, fuori c'è la fila. Entriamo e ci accoglie il titolare, un uomo robusto coi capelli castani un po' lunghi e i baffi, quello che vedrete sul loro sito, se lo andrete a guardare, ci squadra e comincia a brontolare ad alta voce e ad inveire contro di noi in veneziano. Mio padre gli dice gentilmente di aver telefonato e che qualcuno dei suoi colleghi ci aveva detto di andare lì a quell'ora. Lui non batte ciglio e continua la sua pantomima ad alta voce, intanto gli altri ci uniscono due tavoli, che erano liberi, e ci fanno accomodare. Mentre ci sediamo il titolare continua ad inveire contro mio padre e con una boria da primadonna butta lì una frasaccia che poteva anche risparmiarsi: “Siccome non siete clienti abituali vorrà dire che dopo vi faccio pagare di più!”.
Qui ce ne sarebbe da dire una gamba. Noi abbiamo tutte le attenuanti del caso, va bene, abbiamo anticipato di mezz'ora, ma ce lo hanno concesso loro, a questo punto mi chiedo perché tutto questo astio nei confronti di un cliente non indigeno? Se non ti vanno bene i turisti metti un cartello fuori del locale con su scritto VIETATO L'INGRESSO AI TURISTI. Mi risulta che i veneziani ci campino bene spennando chi va a visitare la città , quindi non vedo perché debbano trattarci come delle m***e.
Dal loro sito si evince: “L'osteria Ai Assassini è un locale tipico Veneziano, il classico "bacaro", con vasta scelta di vini nazionali e birre estere. E' un ambiente giovane, ma che ha saputo mantenere inalterato il fascino di un tempo. Il locale è frequentato a pranzo da una clientela affezionatissima di professionisti, date le vicinanze con Comune, Provincia, Regione, Tribunale, Corte d'Appello e Gran Teatro La Fenice, mentre a cena ospita clientela locale e turistica, alla quale siamo onorati di offrire una atmosfera vera e una cucina regionale di qualità , curata in tutti i particolari.
La caratteristica del nostro menù e' quella di approfondire ogni giorno della settimana un diverso settore gastronomico, alla ricerca dei migliori accostamenti con vini e contorni”.
Ã? una bella presentazione, hanno solo omesso la parte che dice che i clienti non abituali il pesce lo mangiano dopo averlo ricevuto direttamente in faccia.
Fine polemica.
IL LOCALE
Non sto neppure a descrivere il locale in maniera precisa, non se lo meritano, se volete vedere com'è dentro, andate sul loro sito che ci sono delle belle foto e ve lo guardate da lì. � tipo una vecchia bettola con arredamento scuro, due tavoli all'esterno del palazzo che è di quelli caratteristici rosso veneziano con portone d'ingresso arabeggiante, all'interno grande sala piena di tavoli con bancone sulla destra, forse in fondo c'è un'altra saletta vicino la cucina.
Musica di sottofondo non invadente, quella sera il meglio di Santana, tutte le sue più belle canzoni. Sono curioso di sapere se pagano la SIAE, è obbligatoria dalle nostre parti….mah!
STORIA
Questa Osteria è ubicata in San Marco in Rio Terà dei Assassini. Questa strada inizia in Calle della Mandola e termina direttamente in un canale, il Rio de San Luca. Presenta delle calli laterali molto strette che conducono da un lato a Calle della Mandola e dall'altro invece, calle Del Verona, direttamente al Teatro La Fenice.
Sempre dal loro sito un po' di storia: “L'Osteria Ai Assassini, un tempo detta "Cantine Sima", esiste dai primi del 900, come "bacaro" (casa di dio Bacco) e vendita di vino, all'epoca fornito dalle cantine della famiglia nobile veneziana Marcello. Dal 1988 Giuseppe Galardi, dopo aver fatto esperienza nella ristorazione, in Italia e all' estero, senza traumatizzare lo stile e gli arredi del locale inizia la sua storia come oste nel vero senso della parola, molto spesso dimenticato. L'Osteria Ai Assassini è ricca di attrezzi, strumenti e di storia, pensate che i tavoli utilizzati, provengono dal disassemblaggio del vecchio bancone dell' ufficio anagrafe del Comune di Venezia, ed ha quindi visto passare intere generazioni. Se il legno potesse parlare, tra passato e presente, quante cose avrebbe da dire, avendo accolto dalle persone più semplici ad artisti, sportivi e scienziati, che frequentano ed hanno frequentato il nostro locale.
Assassino è una parola di origine arabica, e Assassini si chiamavano al tempo delle crociate i seguaci di Hassan-Sabah. Sembra che questa parola, di cui abbiamo traccia sotto la forma di "Heississini", venga dall'arabo Hashish, con cui s'indicava una preparazione fatta con sostanze vegetali, la quale produceva una specie di alterazione estatica. Probabilmente venne associata all'omicidio dal momento in cui, nell'antichità , i più efferati delitti venivano quasi sempre compiuti da persone alterate dall' hashish.
Vi fu anche un tempo in cui, per mostrare fedeltà ed osservanza ad una persona, si diceva: "sono vostro assassino", come si sarebbe detto più tardi: "son servo vostro".
L'osteria "Ai Assassini" prende il nome dalla strada in cui si trova, appunto Rio Terra' (canale interrato) degli Assassini.
Le caratteristiche strade strette veneziane, con passaggi obbligati, costituivano un tempo il luogo ideale per aggressioni, omicidi e rapine. Prima dell'interramento del canale, in prossimità dell'Osteria, era presente il Ponte degli Assassini, così chiamato per i frequenti omicidi compiuti a scopo di rapina ai danni delle persone che, scegliendo queste strade nascoste per non farsi notare, si recavano, con le sacche piene di denari, a frequentare le cortigiane dell' adiacente Calle della Mandola.”
A TAVOLA
Il malumore non mi è ancora passato, appena seduti ci hanno portato i menù, da cui abbiamo intanto ordinato da bere acqua gas e no-gas, i ragazzini avevano sete, il più piccolo ha 5 anni, tutti gli altri camerieri erano decisamente imbarazzati per il comportamento del loro collega, ma si vedeva che erano succubi. Nonostante le nostre pacate rimostranze, ma soprattutto gentili, non ci degnano di uno sguardo, poi alle 21 arrivano le acque, purificate.
Ci hanno concesso di andare là mezz'ora prima delle 21.00, ci hanno offesi, ci hanno concesso un tavolo su cui sederci, ci hanno concesso di leggere il menù e poi ci hanno ignorati per la mezz'ora che mancava per arrivare alle 21.00. Comportamento inqualificabile.
Sono ancora inca***tissimo per quella serata, se non fosse stato per i miei due vecchi e per i cinnazzi, mi sarei alzato, li avrei mandati a quel paese (avrei sicuramente utilizzato termini molto più che coloriti) e sarei uscito sbattendo la porta. Per fortuna che ho pochi capelli, ma per ognuno di loro c'è un diavolo inferocito. Ci hanno trattati peggio delle bestie, e dire che alla fine abbiamo lasciato sul tavolo la modica cifra di 258 euro. Noccioline per chi ne fa tanti come loro, evidentemente. Non ci tornerò mai più, peccato si mangi benissimo.
Essendo le 21.00 alla fine ci cag*** e possiamo ordinare:
1 piatto di seppie alla veneziana + polenta
3 piatti di capesante
2 piatti di sarde in saor
1 piatto di antipasto misto
2 piatti di trenette alla scogliera
2 piatti di gamberoni alla griglia
1 piatto di insalata di gamberetti
1 piatto di pomodori alla griglia
1 piatto di frittura mista
1 piatto di moscardini alla veneziana
1 dolce
8 coperti (la cinnazza di 5 anni non ha mangiato, aveva sonno, era troppo tardi) sul tavolo niente tovaglia, ma tovagliette tipo taverna o birreria.
2 bocce di Bianco di Custoza, Brunelli 2007.
Seppie alla veneziana: buonissime, sono quelle con il nero di seppia + polenta gialla morbida; le capesante sono gratinate, ottime; le sarde in saor sublimi; l'antipasto misto me lo sono sparato assieme ad un nipote: moscadini al vapore, capasante, sarde in saor, cicale al prezzemolo, piccolissimi gamberetti bolliti, trancio si salmone al forno, baccalà mantecato e insalata di gamberi….una meraviglia; le trenette erano tipo il nostro scoglio; i gamberoni alla griglia non hanno rivali; insalata di gamberetti abbondava di sedano che si sposava perfettamente con i piccoli crostacei; pomodori alla griglia, veramente speciali; la frittura non ci sono parole per descriverla; i moscardini bolliti una cosa da urlo (ho messo la ricetta nel forum dedicato); il dolce altro non era che biscottini da pucciare in un bicchierino di fragolino molto soft.
Che dire, si mangia benissimo, è forse uno dei ristoranti migliori di Venezia, proprio per la qualità del cibo oltre che per i prezzi competitivi.
Peccato che pecchino di maleducazione totale e siano irrispettosi verso i non veneziani, per tutta la cena ci hanno trattato con superficialità e irriverenza.
Come ho detto prima 258 euro in totale, compreso il coperto da 3 euro per una bimba di 5 anni che non ha toccato cibo perché dormiva……
Valutazione assai difficile. Per come si mangia 5 cappelli ci starebbero tutti, purtroppo completamente vanificati da un comportamento alquanto villano dello staff al completo del locale.
Mai più.
Zero cappelli.
...
[joy]
22/10/2008
Saluti.