Non è stato facile decidermi a scrivere questa recensione. Di solito vengo motivato a scrivere dagli stati d'animo, spesso entusiasti, che accompagnano le mie avventure gastronomiche, e che ispirano il mio desiderio di comunicare emozioni positive.
In questo caso si tratta di un'esperienza che vive contemporaneamente su due sponde, diverse e contrapposte. Da un lato il piacere di trovarmi a pranzo col grande gix2, e dall'altro un pasto che spero di dimenticare presto, magari offrendo al locale la possibilità di esprimersi su un versante diverso dalla pizza.
Questa volta sono io a scegliere il ristorante, che ho seguito in diverse interessanti recensioni, e che propongo anche perché riesco a raggiungerlo abbastanza comodamente all'uscita dall'ufficio. L'ambiente è poco ricercato, apparecchiato alla buona, e a guardare tavoli e sedie sembra davvero di ritornare indietro nel tempo. La cosa non mi dispiace e in ogni caso questo non sarebbe per me un problema, di solito sono altri aspetti a suggerirmi disagio o viceversa confort.
Il primo impatto è comunque incoraggiante, lasciato il caldo torrido del parcheggio, una breve rampa di scale ci porta nel locale, e ci sistemiamo proprio su una bella terrazza abbastanza arieggiata, che propone come ulteriore conforto contro il caldo un buon numero di pale al soffitto.
Non è il massimo del fresco, ma si sta abbastanza bene grazie anche alla piacevole sensazione di essere all'aperto, e ordiniamo una pizza a testa, acqua per me e birra media alla spina per gi. Come sempre abbiamo tante cose da raccontarci, accomunati non solo dall'interesse per le vicende di GM, ma anche dalla condivisione di valori che vorremmo tanto riconoscere e trovare condivisi nel mondo che ci circonda.
L'attesa non è lunga, nonostante il locale sia abbastanza affollato, e la mia pizza alla “contadina”, con verdure e salsiccia, si materializza davanti ai miei occhi. A prima vista l'aspetto è abbastanza “regolamentare”: diametro non esagerato, bordo sollevato; insomma sembra tutto ok.
Vengo però subito colpito dalla presenza, sul bordo, di un colore rossiccio, come da rosolatura, segno inconfondibile di una pasta non arrendevole. Infatti il bordo, che nello slang campano viene comunemente denominato “cornicione”, risulta essere rigido, senza vita, e resiste alla forchetta sentendosi forse estraneo all'alimento proposto.
L'assenza di una giusta lievitazione trova conferma nel resto della pasta, che sembra pane con crosta rigida, accompagnata da rada mollica: niente a che vedere con la fragrante e soffice consistenza che una buona pizza, naturalmente a mio giudizio, dovrebbe avere: arrendevole alla prima masticazione.
Per la verità tutti ormai sanno che sono un sostenitore delle caratteristiche indicate dal disciplinare STG, a tutela dell'identità storico-gastronomica della pizza, né più né meno di un modenese che esalta il sapore del parmigiano reggiano o la necessità per i tortellini di finire in un buon brodo! A questo punto, però, avrei sicuramente gradito di più una pasta tirata sottile, similpiadina, che rimane almeno leggera e si riesce tagliare senza particolare sforzo.
Gli ingredienti del condimento non riescono a migliorare la situazione, ma il colpo finale è portato dalle verdure, sia per la loro tipologia che per la cottura: carote, patate e asparagi, tutti lessati. Solo una breve riflessione a questo proposito, se proprio le verdure saltate in padella, che tanto si addicono come condimento per una buona pizza, non incontrano i gusti e forse le conoscenze della cucina, almeno che siano grigliate… sebbene si tratti anche questa di una concessione, o se preferite cucina creativa...
L'atmosfera rimane comunque sempre molto piacevole, grazie ai tanti argomenti che un propositivo e lungimirante gi propone alla mia interessata partecipazione. Ed ecco spiegato il perché della mia premessa: ottima la compagnia e il ricordo dei tanti temi trattati. Meno entusiasmante invece la mia avventura gastronomica in un locale che sino ad ora non avevo mai visitato.
Forse ho solo sbagliato l'ordinazione… dovevo scegliere qualche loro piatto tipico piuttosto della pizza, e questo potrebbe essere un giusto approccio per un nuovo tentativo: una giornata storta può sempre capitare e non è detto che un ristorante non possa avere punti deboli e punti d'eccellenza. Rimane sempre da dire anche che questa interpretazione della pizza può incontrare il gusto di chi non condivide le mie considerazioni.
Ultimamente l'allarme inflazione è molto pubblicizzato, ed infatti nel conto finale, che è stato di 21 euro complessivi, comprensivi di un caffè, il prezzo della mia pizza, rispetto al menù, è cresciuto di un euro. Un'errore può sempre capitare, e faccio finta di nulla, in fondo poi il conto complessivo, al di la della mia isoddisfazione, è abbastanza onesto.
Ringrazio gi dell'ottima compagnia…
Poteva andare meglio..
[coste66]
06/08/2008
leggendo la tua premessa iniziale, sono andato a vedere lo storico delle tue recensioni, effettivamente solo un'altra volta ti è capitato di dover dare un cappello, sintomo e conferma di quello che hai detto.
Ti devo fare i complimenti per il tuo modo, la tua correttezza, la tua obbiettività e la tua modestia prima di tutto, nel recensire un prodotto che sicuramente conosci più di tanti altri.
Complessivamente è la miglior recensione non positiva che un ristoratore vorrebbe ricevere, talvolta capita di leggere recensioni un po' troppo "pepate", questa tua è un esempio a cui sempre riferirsi.
Saluti