Recensire MARIO può risultare monotono, si rischia di scrivere cose trite e ritrite, ma mangiare da MARIO è sempre un’esperienza gastronomica di notevole spessore.
Soprassiedo alla descrizione dell’ambiente e procedo con i particolari più interessanti.
Siamo in dodici con due ritardatari che non aspettiamo, ma sarà Beppe, il figlio di Mario a far loro recuperare il tempo perso servendo gli antipasti “quasi” assieme ai primi.
Gli antipasti di MARIO: frittata, ciccioli, giardiniera, salame, spalla, coppa con tigelle e poi arrosticini, tartare di cavallo, cotechino, la novità pizza ed ho sicuramente dimenticato qualcosa, della serie “lo stomaco è aperto”.
Prima di passare ai primi descriviamo i beveraggi, oltre a bottiglie d’ acqua da 0,5 in PET, annegheremo la cena con “non so quante” bottiglie di lambrusco Mantovano 1928 della Cantina di Gonzaga, una bella conferma!
Ci limitiamo ad un tris di primi, serviti in piatti da portata:
tortelli di zucca al soffritto, semplicemente “mantovani”, dolci, presenza di amaretto, gustosissimi;
ravioli tartufati, profumo inebriante e sapore unico, una grande portata;
trofie panna, pancetta e zafferano, fin troppo delicate, colorate, sapori che si sono fusi assieme.
Ed inizia il giro delle carni, tenerissime e ben frollate accompagnate da insalata mista che nemmeno ho preso in considerazione:
tagliata di marchigiana,
spiedoni di angus,
tagliata di cavallo,
arrosticini (non erano bastati quelli dell’antipasto),
E quando appare il carrello dei dolci non riusciamo a fermarci, io mi limito ad un millefoglie con l’aggiunta di bombardino, ma qualcuno si butta su un improbabile quadris composto da millefoglie, cheesecake, profiteroles, foresta nera e sopravviverà all’impresa.
Ambiente molto naif, ottima qualità in tutto, personale un po’ dilettante ma sempre preciso, quattro chiacchiere finali che sono sempre un piacere, prezzo…………sempre quello, TRENTA EURO.
Imperdibile!!!
[norby]
02/12/2018