Una sosta in Autogrill è stata l’occasione per scoprire che Eataly si è impadronita di tutto lo stabile del Secchia Ovest.
Alla delusione per non poter godermi il solito Camogli (mal) riscaldato si è presto sostituita la curiosità di provare questo colosso della ristorazione che tiene alto il tricolore gastronomico nel mondo.
Al piano terra c’è il market e il bar, mentre al primo piano c’è lo spazio ristorante diviso in due sale.
Il menù include alcune proposte di terra, di mare e la pizza. Pochissimi piatti, abbastanza golosi, alcuni tipicamente locali, ma tutti molto “Eataliani”.
Appena salito alcuni ragazzi fanno a gara per offrirmi un tavolo. Spazi ampi, colori chiari, tutto un po’ freddino, ma sempre meglio dei vecchi Autogrill.
Appena mi siedo, insieme al menù, mi viene consegnato un sacchetto di carta con il pane.
Una scritta sul sacchetto recita testualmente:
“IL PANE DI EATALY cotto nel forno a legna, fatto con farine artigianali del Mulino Marino, lievito naturale con 15 anni di invecchiamento e lenta lievitazione, sale grigio integrale di Guérande raccolto a mano. Sfornato tutto il giorno 7 giorni su 7.”
Già qui si nota, nel bene e nel male, la filosofia del progetto di Farinetti.
Nel bene perché il prodotto è nobilitato e ben indentificato in termini di provenienza e caratteristiche.
Nel male perché la maggior parte delle informazioni date sono solo fumo negli occhi:
1) io non so nemmeno dove sia Guérande
2) non ci credo che qualcuno avverta la differenza nel pane che il sale è grigio ed è raccolto a mano
3) mi fa pena l’operaio del Guérande che è obbligato a raccoglierlo a mano senza neanche una paletta :)
4) bene il lievito naturale, ma chissenefrega se la proliferazione batterica è iniziata 15 anni fa.
Per la cronaca, il pane era una specie di ciabatta, a fette, non male, quasi buona come quella che prendo al banco del mercato Albinelli il Sabato mattina.
Detto questo, ordino:
- una tagliata di tonno
- mezza di gassata
- un caffé
E pago, perché qui si paga in anticipo, non sia mai che uno con la faccia da delinquente come me decida di scappare senza pagare!
La tagliata costa 16,50 Euro, è una porzione giusta, ma non abbondante, servita con un’insalatina e, nello stesso piatto, un mucchietto del famigerato sale grigio raccolto a mano…
Tonno buonino, un po’ secco, e insipidissimo, aggiungo dell’ olio di oliva e mi ricordo che c’è il sale grigio e ne aggiungo un pizzico. Ma guarda te... il sale grigio sa proprio di sale!
Adesso meglio, buono. Avrei preferito che a condirlo e salarlo fosse stato lo chef...
Bevo d’un fiato la bottiglietta da 0,5 litri d’ acqua gassata, pagata 2,5 Euro, servita in un bicchiere di cartoncino e me ne vado al banco a prendere il caffé, facendomi largo fra scolaresche e camionisti, perché qui, il caffé non lo servono al tavolo!
- 16,50 Euro per il tonno, compreso di misticanza
- 2,50 Euro per l’acqua in vetro, ma bevuta in cartone
- 1 Euro per il coperto e il servizio (1 tovaglietta di carta, 1 tovagliolo di carta, 1 bicchiere di cartone, posate di metallo).
- 1,10 Euro per il caffè in piedi, al banco
Farinetti: ma mi faccia il piacere! Come diceva Totò negli anni '50...
Scherzi a parte: massimo rispetto per il progetto Eataly, che all’estero elargisce cultura, qualità e quell’italianità positiva della quale dobbiamo andare fieri.
Non lo vedo invece così efficace in Italia, dove la cultura gastronomica e la qualità non mancano, a prezzi onesti, e dove preferisco dare importanza a ciò che è veramente importante.
2 cappelli e la prossima volta forse mi fermo qualche chilometro prima per un Camogli.
Buono
[d.d.]
28/12/2017