A volte occorrerebbe poter riuscire a scindere la qualità del cibo dal contesto ambientale, valutare in maniera obiettiva i pro e i contro e mediare un giudizio abbastanza veritiero e rispecchiante la realtà.
Prendo spunto dalla precedente recensione delLO ZIO perché è evidente che “una veranda che fa da chiusa con apposite cerate trasparenti” con una temperatura esterna inferiore allo zero anche quella interna è “assurdamente rigida”, tanto è vero che quando siamo entrati, le ragazze dell’unico tavolo occupato, indossavano la giacca a vento!
Nel corso della serata, a locale pieno e, soprattutto, a “panza piena”, la temperatura è diventata accettabile.
Da un menù comunicato a voce scegliamo un “quadris” di primi ed una grigliata mista per tutti, accompagniamo la cena con un lambrusco alla spina, peccato che il fusto, nuovo, venga “da fuori”, il lambrusco a quella temperatura non spuma……..batte i denti dal freddo: quantomeno eventuali imperfezioni vengono nascoste.
Procediamo.
Per non farci mancare nulla ordiniamo anche un minimo d’antipasto composto da ciccioli montanari e salame, tutto affettato sottilissimo, senza infamia né lode, discrete le tigelle d’accompagnamento.
tortelli patate e speck, forma a raviolo, delicati, molto delicati;
Tortelli radicchio e noci, forma a cappelletto, un mix uniforme ed azzeccato, non troppo amaro il radicchio, non troppo invasive le noci;
tortelli di zucca, forma a raviolo, classici e non troppo dolci, molto graditi;
maccheroni al torchio con costine e ragù, pasta perfetta, fatta in casa, soda, cotta al dente, un sugo stratosfericamente eccezionale, è stato il piatto principe della serata, qualcuno, prima della grigliata, si farà portare un piattino con soltanto ragù per poter fare un’inusuale superscarpettata.
Ed arriviamo alla grigliata, qualitativamente carne ottima ma, grigliare all’esterno e portare all’interno, a temperatura polare, comporta il fatto che la carne arrivi a tavola tiepida (se va bene).
Fatta questa premessa ci vengono servite puntine di maiale un po’ bruciacchiate, salsiccia sapida ed un po’ asciutta, pancetta eccellente e “copposso” praticamente il taglio della coppa con tanto di osso che Ti viene la voglia di mangiarlo a mo’ di uomo di Neanderthal, originale e soprattutto ottima e succosa, già che ci siamo ci facciamo portare anche un “decantato” Porkosauro, un taglio simile a quello che mangiai nel sappadino qualche tempo fa, morbido, saporito, con cotenna croccante.
Per contorno patatine fritte un po’ pallide ma ben croccanti.
Un po’ di acqua liscia e gassata tanto per fare soprammobile.
Terminiamo con i dolci, zuppa inglese discreta ma servita a pezzi all’interno di coppe da gelato, non troppo liquorosa ma, la mancanza di una vera porzione, non ha permesso di gustarla appieno, qualcuno ha apprezzato una Torta della Nonna con crema e pinoli.
Caffè per “quasi tutti”, un paio di grappe ed una sambuca ed il giuoco è fatto.
Tiriamo un po’ le somme: ambiente rustico, alla buona, freddo (come temperatura), vino servito ghiacciato, personale simpatico e gradevole, la mancanza di professionalità non sempre è un fatto negativo, antipasto veloce, primi da favola, con particolare menzione per il ragù dei Maccheroni, ottima la grigliata anche se servita tiepida, un po’ naif il modo di servire la zuppa inglese.
Prezzo più che equo, ma mediando i pro e i contro, come scrivevo all’inizio, esce un “consigliato” molto stiracchiato, peccato perché sarebbe bastata soltanto un po’ più di attenzione ai particolari.
Consigliato!
[lo zio]
29/01/2017