Quando mi è arrivata la notizia che al Don Giovanni di Soliera si sarebbe organizzata la serata a tema “la pasta” ho telefonato immediatamente per sentirmi dire “mi spiace, per il mercoledì è tutto esaurito, ma per il giovedì due posti ce li avrei ancora”, già perché, lungimiranti, i gestori hanno subito organizzato la replica del giorno prima …….. con altrettanta partecipazione.
Si cena alle 20:30, tutti assieme, per far sì che i problemi organizzativi siano ridotti al minimo: noi arriviamo alle 20:10, proprio per non fare aspettare nessuno……aspetteremo noi!
Il locale è dotato di ampio parcheggio, comodissimo, veniamo accolti da una serie di sorrisi e ci fanno prontamente accomodare in un tavolo da due, tovagliato in stoffa pesante, bicchiere per l’ acqua e calice per il vino, doppie posate e ci viene subito portata l’acqua e la bottiglia di vino prevista: lambrusco Salamino della cantina di Santa Croce, fresco e da “tutto pasto”.
Il locale è semplice ma curato nei particolari, si rivelerà leggermente rumoroso………nei momenti in cui le bocche si dedicheranno alla conversazione anziché al cibo.
Si partirà con qualche minuto di ritardo e via con la serata, dieci tipi di pasta e si inizia con:
lasagnette con asparagi e taleggio: porzione discreta, delicate, taleggio che si sente soprattutto nel profumo e nel finale, molto bene ;
tortelli di zucca burro e salvia: a cappellaccio, con la coda, dolci ma non dolcissimi, anche qui tutto bene;
gnocchetti di ricotta con radicchio, noci e balsamico: morbidi, delicati, nessuno degli ingredienti prende il sopravvento, la serata continua senza intoppi;
viene cambiato il piatto ed arrivano
tortelloni di ricotta e spinaci alla vecchia modena: per me il piatto migliore della serata, un ripieno delicato dove la ricotta non è in eccesso e dove gli spinaci si vedono e si sentono, perfetto anche il condimento, mi tocca fare il bis;
ravioli di patate al ristretto d’arrosto: forma “a raviolo” , condimento deciso ma allo stesso tempo delicato, ripieno cremoso, anche qui chiedo il “rinforzo” per gustarli meglio;
cavatelli di zucca al sugo d’ anatra: belli sodi, il dolce della zucca che si sposa benissimo con il ragù di anatra;
cambio del piatto e via con il gran finale
risotto carnaroli con zucca e salsiccia: sapori omogenei, cottura fin troppo al dente, ma non avrebbe potuto essere diverso, per gustarlo al top bisso anche qui;
tagliatelline al ragù di costine: una via di mezzo fra una fettuccina ed una tagliatella, sempre ottima la cottura, ma è il ragù che eccelle per delicatezza;
maccheroncini al torchio con sugo di cinghiale: un crescendo rossiniano, la pasta è assolutamente perfetta, soda, spessa, al dente, ed il ragù di cinghiale “da applausi a scena aperta”;
ed ora il piatto più semplice, quello che magari a casa non fai mai ed invece, cambio piatto ed arriva ad ognuno
spaghetti aglio olio e peperoncino: gusto ottimo, né troppo aglio né troppo peperoncino, cottura al dente ma un piccolo distinguo, io preferisco gli spaghetti del n.5, per me quelli del n.3 sono troppo piccoli di calibro………….una “pecca notevole”, tanto che mangio anche il piatto di mia moglie e non faccio il tris solo perché debbono ancora essere serviti i dolci.
Già, perché la serata prevede anche un bel tris di dolci, uno splendido piatto contenente:
tiramisù: morbido, cremoso, per nulla pesante;
zuppa inglese: una fetta in cui era presente troppo pan di spagna e poca crema, in ogni caso discreta;
torta al cioccolato: in tutta sincerità, pur essendo molto buona, era, al mio gusto personale, un po’ troppo “impomante”, ma io, dei dolci, non sono proprio un estimatore per cui il mio giudizio non fa testo.
Caffè finale e fine delle trasmissioni: serata assolutamente splendida e ben riuscita, nei tempi, nelle porzioni, nella professionalità del personale, nella possibilità del bis e pure del tris.
Non ultimo il prezzo competitivo applicato di venticinque euro italiani.
Complimenti su tutta la linea, la linea di demarcazione fra il quarto ed il quinto cappello è superata.
Imperdibile!!!
[tata]
09/03/2014