La differenza la fa la location.

Il toast e il succo di frutta non lasciano tanto spazio a giudizi e disquisizioni sul tipo di prosciutto cotto e formaggio utilizzato, che sono standard, niente di diverso da un toast che potrebbe essere uguale a se stesso in decine di altri bar di Modena. Servito caldo, con un tovagliolino nero, cotto al punto giusto e in tempi rapidi. Però la piazzetta all’interno del Palazzo dei Musei, accanto all’ascensore in vetro che porta ai piani e accanto al cortile dove oggi inaugurava l’esposizione degli scheletri dei due amanti di 1500 anni fa, riscoperti mano nella mano, silenziosa e piena di luce fa la differenza. Il festival filosofia, che riempiva piazza Grande in quegli stessi istanti (anche per moda e non solo per contenuti) lambiva invece delicatamente e in maniera discreta il Palazzo dei Musei, con una conferenza non tanto frequentata al piano terra del palazzo. Mentre aspettavo la mia amica mi sono aggirata per il lapidario, da pochi anni riordinato, sicuramente uno dei più belli nel suo genere, almeno in regione; l’atmosfera era quasi rarefatta, non un’anima viva in mezzo a quei sarcofaghi monumentali e a quei bassorilievi che ti guardano dall’alto con uno sguardo fisso e interrogativo.

In un mondo in cui non c’è più tempo, non solo per pensare ma soprattutto per riflettere, consiglio una pausa in questo luogo di memorie in cui immergersi in silenzio e con lentezza.

Consigliato!