Situato all’interno delle mura in quelle che anticamente furono le prigioni del castello, un ambiente molto raffinato e suggestivo, tavoli apparecchiati con gusto, opportunamente distanziati, tovagliato in stoffa, centrotavola, candela, calice per il vino, bicchiere per l’ acqua, flute per l’aperitivo……..ed è proprio da qui che partiamo
aperitivo di benvenuto e piccolo entrèe : versato direttamente nel flute , direi un ottimo pignoletto , accompagnato da piccoli pezzi di gnocco fritto fatto con farina integrale, ottima partenza .
Ritorniamo un attimo al punto di partenza, in attesa della descrizione dei primi e del resto della cena.
Appena entrati vediamo lo chef che ci saluta direttamente da dietro il vetro che dà sulla cucina, mentre la Signora Nunzia colloca le nostre giacche sulle grucce del guardaroba, sarà lei ad accompagnarci al nostro tavolo .
“abbiamo preparato appositamente un menù degustazione” ci dice presentandoci una “pergamena”, con tanto di fiocco rosso, che leggiamo in maniera avida e confermiamo che la proposta è sicuramente interessante .
Colgo l’occasione , sperando di suscitare una generale invidia, per informare che questa cena me la sono aggiudicata con i punti del concorso gustapremio, testando e recensendo …… di tutto un po’ e mirando con la giusta pazienza (da arciere “quasi” provetto) al “bersaglio grosso” : CENTRO !!!
Da bere acqua minerale naturale e bardolino 2009 Le Nogare della cantina Bertani di Grezzana che si rivelerà un vino di ottima struttura ed adattissimo ai piatti proposti.
sformatine alle noci e speck dell’alto adige con parmigiano reggiano 24 mesi su cialda croccante al pepe : sapore gustosissimo e delicatissimo nonostante gli ingredienti avrebbero potuto fare pensare ad un’unione di “sapori forti”
gnocchi di patate violette con gorgonzola e guanciale: gnocchi morbidissimi di patate viola (credo che il vero nome di questa varietà di patata sia Vitelotte) e già l’aspetto è quantomeno originale, ottimo l’accostamento del guanciale a julienne con un gorgonzola molto delicato ; altro aspetto “di contorno” l’essere serviti in un piatto concavo coperti da una campana di ceramica che, una volta tolta, svela il contenuto . (nota a margine: si scioglievano in bocca) .
chitarrine rustiche al ragù bianco di anatra e profumo d’ arancia: concedetemi una decina di minuti di applausi, pasta rugosa ma di doga piccola, ragù veramente appetitoso dove il gusto (in molti casi preponderante) dell’anatra rimane “ai margini” , con l’accorgimento del “profumo” d’arancia che rende questo primo “un piatto superiore” .
medaglione di filetto di maiale alla pancetta e cappuccio rosso al lambrusco grasparossa : piatto completo, un letto di cappuccio rosso reso ancor più colorato dalla cottura nel vino ma di cui non ha recepito più di tanto il “sapore vinoso” , su di esso una spessa fetta di filetto di maiale cotto a puntino, con un leggerissimo colore rosato all’interno, e sopra il tutto alcune patatine chips a completare un “gran secondo” anche da un punto di vista “scenografico .
dessert sorpresa dello chef : semplice ma d’effetto , pandoro proposto a fette sottili con crema chantilly, ci è rimasto il dubbio che il dolce fosse imbevuto con un liquore leggerissimo e, comunque, in dose limitata, ma non avendo chiesto di svelare il segreto, il dubbio è rimasto.
Tempi di servizio ben scanditi, gentilezza e professionalità del personale ben sopra la media, accuratezza nella preparazione dei piatti al limite della perfezione.
Passaggio finale dello chef Francesco ai tavoli (tutti i tavoli) e scambio di battute con ogni commensale .
E per finire: scambio di vedute con il Signor Francesco e la Signora Nunzia improntato principalmente sull’educazione dei figli e sui tempi che ci aspetteranno , questo ci ha permesso di conoscere “meno superficialmente” due persone deliziose e professionali . “mi piace” !!!
Mi sto accorgendo ora che non sto assegnando alcun cappello all’esperienza a “il cappero alle mura”, forse , inconsciamente, sto pensando che questa “cena per due” non abbia bisogno di riconoscimenti e giudizi.
Un po’ come a squola (volutamente e rigorosamente con la “q”) quando il voto più basso è “inclassificabile” , qui è il voto più alto che porta a “non classificare” : entrando in campo sportivo lo potremmo definire “hors-categorie” .
Per cui, almeno nel testo della recensione, evitiamo il giudizio, che rimane quello ben visibile nella grafica .
Imperdibile!!!
[Betty1]
05/01/2013
Mi fai venir voglia di provare!