ANTEFATTO
Giornata en plein air, diciamo così. Purtroppo domenica scorsa mi è morta la gatta, la famosa Momma, protagonista di alcune mie poesie e di praticamente quasi tutta la mia vita finora con mia moglie. Un dolore tremendo, lancinante, quasi insormontabile ha attanagliato la mia dolce metà, che trascorreva con lei più tempo di me. Finalmente abbiamo deciso di sostituirla con un cane, per non perdere il suo ricordo, che rimarrà per sempre scolpito dentro di noi, sostituendola con un altro gatto, per cui stamane si parte per canili e gira che ti rigira in mezzo ad una discreta nebbia approdiamo a quello comunale. Volevamo una cagnetta giovane, ma li abbiamo visti tutti, poverini, li avrei voluti tutti quanti, piccoli e grandi, poi ci hanno fatto vedere lui, anzi, lui ha visto noi, lui ha scelto noi, senza fronzoli, senza guaiti, senza scene madri, solamente a occhi chiusi mentre lo accarezzavi.... e poi ci siamo commossi quando ci hanno detto che è entrato da loro il giorno prima che la mia micia ci lasciasse per sempre, come se avesse voluto lasciare il posto a lui, e allora, con le lacrime agli occhi, lo abbiamo scelto e ora siamo felici, qualsiasi età abbia. Poi pensando a quale nome dargli, perché quello appioppatogli al canile non ci piaceva, ci siamo ritrovati, tanto per cambiare, nella bassa, e allora memore del consiglio di un amico sono andato Al Cantone.
RECENSIONE
Sabato 14 Gennaio 2012, arriviamo in loco che è da poco passato mezzogiorno, ma l’intensa mattinata ci ha messo un bell’appetito. Fuori gran spiazzo per le vetture, la casa è bella ristrutturata, con pavimentazione esterna di pregio, arrivarci da Modena è un po’ scomodo per via della svolta in curva, ma andarsene è più agibile. Entriamo dalla bella porta a vetri e veniamo subito accolti da un solerte cameriere che ci invita a sederci dove vogliamo, gli avventori per ora sono veramente pochi, noi due e un quartetto tra cui un frate che mi ricorda l’Abate Faria.
La sala e molto luminosa e di sale così devono essercene altre, il tavoli sono ben distanziati fra di loro e apparecchiati con tovaglie giallo ocra personalizzate, come i tovaglioli, unico bicchiere acqua vino e i pochi suppellettili appesi di rame.
Il cameriere ci fa accomodare e ci chiede se intanto può portare acqua e lambrusco, chiediamo la gassata, lui prima al quartetto aveva offerto il Sorbara, dicendo che se volevano c’era anche il Grasparossa, ma che solitamente in questa zona si serviva il Sorbara, e Sorbara sia, Tenuta del Collegio, buono e a temperatura perfetta. Arrivano anche i grissini torinesi e il cestino del pane, un pane comune croccante e ottimo. All’ordinazione purtroppo ero ancora preso dalla scelta del nome che non ho prestato attenzione ai piatti proposti, anche perché avevo notato il cucchiaio sulla destra ed immaginavo ci fossero i tortellini in brodo, data la zona, e non mi ero sbagliato. Un tortellino in brodo cadauno, poi butto lì che un amico mi aveva decantato i cannelloni. Allora lui ci offre di portarcene un doppio assaggio, che puntualmente arriva dopo un pochetto, due cannelloni a testa. Aveva ragione l’amico, sublimi, con ragù come lo faceva la mia mamma (lo fa ancora per la verità), pasta di buon spessore e ripieno di carne di qualità, fatta anche la scarpetta. A mia moglie sono piaciuti un pochino meno, perché lei è abituata al ragù montanaro, con meno carne e tritata finissima. A seguire i tortellini, molto buoni, buon brodo ma peggiore di quello che mi sono preparato nel pomeriggio, i tortellini invece erano inferiori a quelli che mangio in uno dei miei posti preferiti, pancia del ripieno trasparente ma stricchetto tenue leggero e delicato, ma ottimi e ben in connubio con il parmigiano reggiano grattugiato che ci ho “sgaccherato” dentro. E mentre li mangiavo mi è venuta a mente quella mia poesiola scritta tempo fa:
Destino
Delicati
ombelichi di Venere
sguazzano felici
in brodo primordiale
bollente,
ignari
del loro destino.
Puliti i piatti il cameriere ritorna per i secondi, e noi oggi eravamo proprio affamati, di solito non facciamo mai un pasto completo per due, ma un pasto in due, ma oggi ci andava così. Mia moglie prende arrosto di vitello con spinaci e io, sempre per decantazione dello stesso amico, coniglio arrosto con patate al forno. L’arrosto è a fette sottili e tenerissimo e gli spinaci sono i tradizionali bolliti, le patate sono perfette, non stoppose e calde e morbide, mai bruciacchiate e il coniglio….un’apoteosi. Come ho detto a mia moglie che non lo ama, forse il più buon coniglio arrosto che io abbia mai mangiato in vita mia. Arrosto sì, ma tenero non stopposo, giustamente umido all’interno e saporitissimo, due bei pezzi pieni di carne dal profumo intenso di erbe aromatiche che non ho identificato, ne avrei mangiata una tonnellata.
Fine pasto, mia moglie il classico dolce, tant pàr cambièr, la zuppa inglese, che ho assaggiato. A lei non è piaciuta, ma non era male. Non le è piaciuta perché la fetta è come ricordo la mangiavo io da piccolo quando vivevo a Medolla. Allora usava fare col dolce la mattonella, che veniva poi tagliata a fette, come tanti sottili mattoncini, mentre la mia signora la fa nella zuppiera e risulta meno compressa e più morbida, più al cucchiaio, questa si tagliava con la forchetta.
Due ottimi caffè (Borghi), quasi al livello di quello del Pepperoncino e poi a pagare.
Dimenticavo, qui sono ammessi solo gli umani.
VALUTAZIONE FINALE
58€ in tutto. Non esagerato in quanto come ho detto abbiamo fatto un pranzo completo a testa. Dalla ricevuta evinco che il vino è costato 5,50€, i tortellini 12€ ognuno, i cannelloni offerti, i secondi 8€ cadauno etc…. Non è una spesa folle, pensando che ci sono locali dove mangi peggio e meno e spendi di più. Sarebbe corretto dare 3 cappelli, ma date le prelibatezze a cui ho sottoposto il mio palato oggi eccedo a 4, oggi sono contento, Vudi, questo il nome alla fine scelto, a metà settimana verrà a vivere con noi e probabilmente mi permetterà di smaltire molti di questi pranzi quando lo porterò a spasso.
EPITAFFIO
Mi prendo la licenza di immettere il mio personale saluto di commiato per colei che ha allietato per 16 lunghi anni la mia vita sostituendo nel mio cuore il figlio che non ho mai potuto avere.
Addio Momma
La mia topina
se ne è andata
via
nel Paradiso degli animaletti
e noi
impotenti
l'abbiamo assistita
negli ultimi secondi
e l'abbiamo consolata
guardandola morire.
La morte non fa distinguo
per scegliere l'ora
o il giorno del trapasso
ma morire
in una bella giornata
è quasi uno sgarbo.
Dodici ore cruciali
terribili
nelle quali piano piano
ha rigettato
sui pavimenti di casa
tutta se stessa
tutta la sua vitalità
per poi rimanere a terra
esanime
col respiro pesante
col cuore a pezzi
con gli occhi sbarrati
agonizzante.
Neppure un lamento
neppure la forza
di emetterlo il lamento
seppure lieve.
La Paolina l'ha presa
tra le sue braccia
tremante, leggera
e l'ha adagiata
sul nostro letto
ai nostri piedi
per farle sentire
il nostro amore
il nostro calore
la nostra presenza.
E lei
si è lasciata cullare
e trasportare
perché senza forze
nemmeno per fiatare
lo sguardo fisso
la bocca socchiusa
con uno strano ghigno,
sembrava uno straccetto nero
senza forma
buttato lì, così...
E d'improvviso
respiro affannoso
rantoli
singulti
scosse terribili
scatti impetuosi.
Due minuti tremendi
poi la fine di tutto,
la fine,
e un silenzio tombale
ha avvolto la casa...
Siamo rimasti lì
a vegliarla
col pianto represso
come per non disturbare
il suo sonno mortale
il suo giusto riposo
nella vana speranza
si risvegliasse
e tornasse a giocare con noi.
Ho guardato le sue pupille
vitree
enormi
trasparenti
la sua vita
è volata via da lì
occhi spenti
senza anima
ciechi.
L'ho accarezzata
dolcemente
delicatamente
per le ultime volte
l'ho sentita raffreddarsi
indurirsi
spirare
sulla sua coperta preferita
con intorno l'amore
dei suoi genitori adottivi...
Consigliatissimo!!
[carolingio]
15/01/2012