Con clan di amici della fiorentina (siamo al massimo una decina di amici) ci troviamo una vola al mese... ed anche meno... ed ogni tanto, come ieri sera, ci trasformiamo nel clan del borlengo.
Seguendo consigli arrivati da un po' tutte le parti, non ultimo GM, abbiamo provato questo ristorante per la prima volta.
Ingresso un po' angusto ma carino e rifatto di recente; la prima stanza è in fase di restauro, ci fanno accomodare quindi in quello che una volta era il 'giardino' direttamente a ridosso della strada, attualmente trasformato in ambiente grazie a copertura e chiusura laterale a vetro. Mentre aspettiamo i 3 fumatori noi 2 ex fumatori (a giorni raggiungo 1 anno senza sigarette) ci sediamo e ordiniamo 'al volo' 1 di naturale ed una di lambrusco della casa. Ci portano un Grasparossa di Castelvetro che nonostante non eccella per nessuna caratteristica specifica, riceve un apprezzamento bipartisan grazie alla temperatura di servizio perfetta ed al gusto classico che non eccede in dolcezza.
E' caldo e carino ma i tavoli sono appiccicati; fortunatamente i coperti occupati sono meno della metà, altrimenti non ci sarebbe ossigeno sufficiente per tutti causa soffitto basso... Fanno appena in tempo a sedersi gli intossicati (dalle loro sigarette) che la ragazza che serve ai tavoli porta i menu, molto scarni ed antiestetici: un cartoncino blu formato A3 piegato in 2 e plastificato. Sarò sincero: se non fosse plastificato avrei gradito l'aspetto ecologico, così non c'è nulla da salvare
Il menu è scelto a 'larghe intese': gnocco, crescentine (aborro il termine tigelle utilizzato per indicare il cibo e non l'antica forma di terracotta o pietra-refrattaria utilizzata per cuocere) e borlenghi. Sul tavolo era già presente l'oliera ed una finnica con 2 ciotoline: una col battuto, l'altra con Parmigiano Reggiano grattugiato e di buona qualità. Dopo pochi istanti arriva la ciotola col pinzimonio ed a seguire 2 vassoi di affettato: prosciutto crudo e coppa buoni, salame scialbo... ma la cosa che mi impressiona maggiormente è il sentire il vassoio gelido ed appannato, segno che è appena uscito dal frigo... Voglio precisare che la qualità del prosciutto lascia intendere che il taglio era avvenuto al massimo un paio d'ore prima, ma rimane a mio avviso un difetto.
Saranno passati meno di 5 minuti dall'ordine quando arrivano i primi 2 borlenghi ed ovviamente uno si ferma al mio posto, in quanto nel sottoscritto la cortesia e l'educazione sono inversamente proporzionali alla fame ed alla voglia di addentare un borlengo dopo quasi un anno che non lo faccio. Iniziamo bene perchè l'aspetto è dei migliori ma noto subito una 'croccantezza' e consistenza eccessive nella zona del bordo e mi rendo conto che è dovuta a Parmigiano grattugiato che, probabilmente, viene eccessivamente sparso o, addirittura, mischiato nella 'colla'... ma non me ne lamento in quanto io non lo metto solo sul caffè... Il ripieno è quello giusto, della tradizione montanara tra Guiglia e Zocca, leggermente scarso in quantità ma giusto; purtroppo il primo borlengo è mal cotto e rimane semicruda e quindi gommosa la parte non a vista... ma solo chi li ha fatti o i veri intenditori sanno che i primi sono i peggiori. Purtroppo la cottura si rivelerà deludente in svariate occasioni anche se non mancheranno quelli riusciti a regola d'arte. Il voto specifico dei borlenghi, che a mio avviso riveste ruolo prioritario in questa recensione, è sicuramente sufficiente ma le troppe cotture errate e la scarsezza di condimento non mi consigliano un giudizio superiore.
Le crescentine sono discrete, leggermente piccole (ma so che le dimensioni aumentano con l'altitudine, ed io preferisco salire parecchio) ma consistenti e non vuote all'interno. Se nel cestino in cui vengono servite ci fosse un burazzo o tovagliolo più grande si potrebbero coprire cosicchè le ultime non verrebbero assaporate fredde... ma anche qua siamo sufficienti.
Lo gnocco fritto (ammetto di aver scritto in prima battitura "il gnocco") che addento per primo, e quindi quello + in alto, è stato palesemente riscaldato dopo la frittura ed anche male altrimenti non si potrebbe giustificare tanta elasticità e bassa temperatura. Gli ultimi del cestino, quelli più in basso, sono più 'freschi' di cottura ma mantengono troppa untuosità. Qui non riesco a dare la sufficienza. Scarso anche il pinzimonio dove il tempo trascorso tra taglio della verdura e servizio al tavolo aveva lasciato il segno...
Complessivamente la quantità è stata sufficiente anche perchè il mio vicino al tavolo a pranzo si era abbuffato ed ha cenato come una anoressica astemia; io non ho esagerato... solo un po' coi borlenghi, che alla fine accumuleranno accanto al mio posto ben 6 piatti.
In totale 15 borlenghi, 2 bottiglie di Grasparossa e 0.5l in caraffa dello stesso vino + 2 bottiglie d'acqua. Di 5 commensali solo uno prende il dolce, ma 4 caffè, il mio decisamente buono, ed una grappa concludono la cena.
Nota che a mio avviso ricopre un valore ma che per quasi nessuno vale è la qualità dei servizi igienici sopra la media.
Indeciso tra 1 e 2 cappelli opto per il giudizio migliore grazie al lambrusco, la velocità e cortesia del servizio ed all'importanza che dò a chi mantiene vive antiche tradizioni culinarie nonostante non abbiano lasciato i confini locali... ma sia ben chiaro che "buono" non gli spetta nonostante il prezzo sia decisamente buono o sotto la media
Buono
[johnnybazoo]
17/11/2011
il primo anno da ex fumatore è il più difficile, dopo migliora ma la voglia rimane sempre
a me personalmente i borlenghi della Campagnola non sono mai piaciuti, troppo secchi e sbriciolosi, alla fine mi toccava sempre raccogliere le briciole nel piatto, mi sembrava di essere una gallina