Questa sera, su indicazioni di un commensale, andiamo in un posto gestito da un suo conoscente, la Vecchia Redù. Trattasi di una nuova gestione, anche se non saprei dire da quanto.. forse qualche mese?
Arriviamo sul posto verso le 21 e 45 e parcheggiamo subito di fronte il locale.
Nelle veranda esterna sono occupati 3 tavoli ma noi scegliamo di stare dentro.
Il locale è assai rustico, molto legno e mattoni sui muri e ai soffitti; tavoli e sedie in legno, stile trattoria di provincia ma tutto appare molto curato, in ordine e pulito.
La gentilissima cameriera ci fa scegliere un tavolo, solo altri 2 tavoli sono occupati. Occupiamo un tavolo quadrato da 4, che risulta un po’ piccolo per 4, ma sufficiente per noi che siamo in 3.
Bello e curato il coperto, manca però il bicchiere del vino.
Menù sott’occhio scopriamo un buon numero di primi e secondi piatti tradizionali con gnocco, tigelle e ovviamente intingoli vari. E c’è pure la pizza. Da bere scelta sufficiente di vini nostrani e non, dai quali scegliamo una caraffa da 1 litro di rosso frizzante secco, un lambrusco credo salamino (molto buono) e una bottiglia d’acqua liscia.
I primi scelti sono gramigna con salsiccia e penne all’arrabbiata: gramigna ottima, per cottura e per condimento, gran piatto; penne molto, troppo al dente, condimento buono, mediamente “arrabbiate”. Porzioni tendenti abbondanti.
Secondi composti da grigliata mista con contorno di friggione (fritto in padella di pomodoro e cipolla), tagliata, e scaloppine al balsamico: grigliata varia e abbondante, cotta assai bene, friggione molto buono (finalmente un posto dove lo fanno, a detta della persona che l’ha ordinato); tagliata ordinaria, con troppi nervetti, ma mangiabile; scaloppe molto buone e tenere, balsamico di buona qualità .
Al posto del pane (che non hanno) propongono delle tigelle; ottimo, proprio quello che volevamo chiedere: arrivato il cestino ci si butta sulle crescentine, piccole, non troppo sottili, molto fragranti e gustose, poco importa se sono roventi e, come i popolani raccolgono ignari le monete arroventate nel camino lanciate dal marchese del Grillo, noi raccogliamo i pezzi ustionandoci i polpastrelli avidi del gusto..
Ogni tanto si alterna alla cameriera il simpaticissimo gestore, portandoci i piatti, scambiando battute e ad assicurarsi la buona riuscita di tutto.
Per finire concludiamo con 3 sorbetti al limone, particolarmente corposi e buoni.
Il conto finale è di € 57 che diviso 3 fa € 19 a testa, che non è male, anzi, per 2 primi, 3 secondi, un contorno, 1 acqua, 1 vinello normale, tigelle o crescentine come pane e 3 sorbetti.
Tranne che per alcune pietanze non così idilliache, ma tutto sommato buone, tutto è andato ottimamente, molto bello e curato il locale, servizio molto buono e gentile, prezzi abbastanza economici.
4 cappelli arrotondati per difetto, la prossima volta sarà a credito, se si mantiene su questi standard e se migliora appena per certe pietanze. Consigliatissimo
Consigliatissimo!!
[gi]
12/07/2011