Oggi è capitato si consumasse il pranzo qui a Villastrada di Dosolo, al Ristorante Nizzoli. L’ambiente è pieno di oggetti e di quadri del pittore naif Donati, che ha ritratto gran parte degli illustri visitatori di questo tempio del mangiar mantovano: cantanti, giornalisti, personaggi dello spettacolo e attori molti dei quali portati da Cesare Zavattini che qui desinava terminando il pasto con una gazzosa!
Pochi avventori magnificano ancor più l’ambiente tanto che par d’essere tornati indietro nel tempo di almeno trent’anni! Ed infatti, a ben pensarci, non essendo certo questa la prima volta che ne varco la soglia, mi accorgo, d’improvviso, che nulla è cambiato, nulla si è mosso o è stato sottratto al fascino del passato.
Un unico scopo abbiamo io e mia moglie: quello di goderci un tortello di zucca. Qui, può essere alla Nizzoli, burro e salvia o al vino cotto. Optiamo per il primo, quello più ricco ed inebriante. E’ lo stesso Cavalier Arneo Nizzoli che, verso il termine del pranzo, emerso dalle cucine attirando l’attenzione di noi commensali, ci racconta: “Vorrei dire due parole sul tortello di zucca…, che è un tortello povero…”. E racconta del perchè la pasta ripiena con la zucca è altra ogni porta accanto, che non ne esiste una più tipica dell’altra, e che ogni ricetta racconta una sua verità. E quella di qui è verità vera: zucca, sfoglia sottile, poco pangrattato, mostarda di mele, un po’ d’amaretto e sopra, quale condimento, il deciso ma morbido soffritto di lardo di maiale. E parmigiano reggiano, e poi basta.
Sono in effetti straordinari, di forma lunga e quasi cilindrica (mi ricordano le tipiche barche che solcano il fiume Po), ben sodi e fitti: un coacervo di sapori dolci ed aspri insieme che già sarebbero sufficienti a saziare le calorie necessarie per una intera giornata di lavoro.
Ma purtroppo, almeno per quanto mi riguarda, non riesco a fermarmi qui come invece mia moglie, davvero brava, ha fatto! 365 giorni l’anno è disponibile lo zampone con la mostarda mantovana di mele; come faccio a non approfittarne? Me ne vengono servite due fette dal diametro di circa una dozzina di centimetri avvolte in una magnifica e spessa cotenna dolcissima ed al dente! L’impasto è favoloso, ben compatto e non troppo saporito e la mostarda non potrebbe essere un miglior contorno.
Due ciotole di melone tagliato a bocconcini ed innaffiati di vino cotto sono la nostra scelta per ultimare questo pranzo, ancora una volta, in terra mantovana qui sul confine con quella reggiana.
Per i curiosi: salumi mantovani, rane, lumache (alla Bourghignòn, in umido o fritte), luccio in salsa, risotti… ed altro è la varietà culinaria mantovana che viene offerta dal magnifico ristorante.
Non si è potuto far altro che optare per un lambrusco “della casa” che è poi quello di Gualtieri, scuro come deve essere il lambrusco di pianura di qui con una giusta vena finale di sgrassante asprezza. Un’acqua naturale ed un caffè.
Questo il conto finale:
- coperto (2 persone) - 6,00
- vino - 8,00
- acqua - 2,00
- 2 primi - 24,00
- 1 secondo - 12,00
- 2 frutta - 6,00
- caffè - 1,00
totale - 59,00
Conto finale accettabile.
Il locale fa parte del circuito dei “Ristoranti del Buon Ricordo”. Il Piatto Omonimo (ma non occorre forse dirlo!) è: Tortelli di Zucca.
Ad adiuvandum.
Consigliatissimo!!
[gi]
03/07/2011
bellissima recensione, complimenti !