Ieri, di ritorno dalla bassa fra Modena e Ferrara, arriviamo verso casa che è piuttosto tardi (le otto e mezzo di sera): il frigo è praticamente vuoto, andare ora in un supermercato, comprare il necessario e cucinarlo ci farà morire di inedia ben prima! Si mangia fuori, e dato che arriviamo dalla via Emilia Est, andiamo a provare (in tre) l’Osteria del Tempo Perso, che ci assicurano, detto da persone che lavorano lì dattorno, fa buona cucina. Entriamo dopo avere parcheggiato fortunosamente (questa sera al circolo in cui si trova anche il ristorante si gioca sicuramente a bingo o tombola, o giù di lì, e c’è un sacco di gente) e ci sediamo in uno dei primi tavoli liberi (ora metà liberi e metà occupati), a destra del vasto corridoio di entrata: A sinistra infatti c’è il banco bar che funge anche da entrata e accesso al circolo. Il locale credo che possa contenere un 100-150 coperti distribuiti su tavoli di diverse dimensioni, in un salone alto circa 5 metri: in effetti è una mensa, più che una trattoria vera e propria, con rumorosità e vicinanza dei tavoli adeguata! Ma tant’è.
Subito una ragazza ci viene a chiedere cosa vogliamo mangiare. Ci recita il menù: i primi:tortellini, tortelloni ricotta e verdure, di zucca, garganelli agli asparagi, tagliatelle, gramigna ecc. Scegliamo di fare un tris: tortelli di ricotta al burro e salvia, garganelli e tagliatelle al ragù; da bere acqua gassata e un mezzo litro di bianco frizzante. Nel frattempo vediamo passare piatti di pesce e pizze di notevoli dimensioni: poi vedremo.
Con una certa velocità ci servono i tris di minestre ben distesi in piattoni da pizza: bene i tortelloni, pasta però un po’ troppo al dente, ma il ripieno è saporito, buoni i garganelli, delicati e un po’ dolcini, e buone anche le tagliatelle: giusta dimensione e ragù con molta carne e poco pomodoro, il tutto in quantità non certo scarsa. Ritorna la ragazza a raccogliere i piatti e ci chiede per il secondo, e noi, che a quest’ora non riusciamo più a pensare, andiamo su gnocco, tigelle e affettato e un po’ di stracchino, solo per due però, e lei ci aggiunge anche una fagiolata (una ciotolina con fagioli e salsicce) e un po’ di vitello in umido. Non ripetiamo l’esperienza del bianco frizzante (che speriamo di dimenticare presto!), e passiamo direttamente ad una caraffa di birra più un’altra acqua gassata. Arrivano i secondi, e velocemente finiamo gnocco e tigelle, che riordiniamo, finiamo così anche l’affettato, che riordiniamo (solo un po’ di prosciutto, però), e poi basta sennò non ci fermiamo più!
Buono il gnocco fritto, giusto sapore e non troppo unto, mi dicono discrete anche le tigelle, che non assaggio, livello medio per gli affettati, con il secondo piatto di prosciutto però direi ben più salato del primo; sfizioso e saporito l’umido di vitello, un po’ speziato, molto normale la fagiolata.
NO dolci, sennò si esplode: due grappe (Poli, però, molto buone) e un sorbetto al caffè, e conto.
La lista fa in totale 70 euro (diviso 3 fanno 23.3333) e non riusciamo a dividere la spesa, specialmente per gli ultimi decimillesimi di euro, che ci abboniamo reciprocamente! La stanchezza e l’orario a volte fanno brutti scherzi, eh?
Comunque direi bene la cucina(3-4 capp.), bene il servizio, anche con un certo affollamento è stato rapido, preciso e gentilissimo (4 capp.), molto meno bene il locale: è una mensa (0 capp.): alla fine arrivo appena appena a 3 cappelli.
Tutto ciò rappresenta il mio parere e forse non è coincidente con quello dei miei commensali, o quello di altre persone, che hanno ben diversi metri di giudizio, dando più o meno valore alla cucina, al servizio e al locale.
Consigliato!
[Patrizio]
24/03/2011
Con l'augurio di tante buone scorpacciate.
Patrizio.