Mentre qui, dove sto io, il sole in questo periodo nebbioso fa capolino ogni tanto, e solo nelle ore centrali della giornata, appena sopra Marano, sulle colline della Valpolicella, alle otto di sera c'è una limpidezza incredibile, si vedono tutte le stelle dell'universo, la luna quasi piena ci rischiara a giorno e, soprattutto, non c'è umidità, ci saranno 6-7 gradi fuori in piazza.
Cominciamo benissimo.
Con la nostra Confraternita ci troviamo per la cena sociale annuale.
Tralascio la descrizione del bel locale, da poco ristrutturato, perché l'ho già fatta nella recensione precedente. Siamo in quattordici e c'è tutta la saletta separata per noi.
In tavola, acque minerali e gasate a volontà, con alcune brocche di Valpolicella Classico di loro produzione.
Il vino è di un rosso sfavillante e non è perfettamente limpido (nemmeno eccessivamente torbido, comunque). Il suo aroma (mi sembra “mal-maùro”, non ancora maturo, a fermentazione non completamente ultimata, e penetrante), assieme alle precedenti caratteristiche, me lo fanno pensare dell'ultima vendemmia 2010. Leggermente asprigno, dovrebbe fare 12°. E' un buon vinello fresco, anche se ho bevuto di meglio. Ma per il meglio, forse, occorreva ordinare la bottiglia.
“Ma che vergogna… che vergogna…”
“Sì, ma i magistrati, che fanno uscire queste notizie…”
“Sì, ma i giornalisti, che ci sguazzano alla grande e gonfiano…”
“Sì, ma gli italiani poi alla fine dimenticano tutto…”
“O magari ricordano tutto e gli va bene così…”
“Scusa, ma il rappresentante dei vescovi se n'è stato zitto…?”
“Ma probabilmente non c'è nessun reato…”
“Non è mica indispensabile il reato… la Costituzione è diventata carta straccia?”
“Sì, va bene i magistrati e i giornalisti, ma l'aspetto preminente della questione riguarda lui ed è una questione etica importante…”
“Beh? Cosa c'è da scandalizzarsi adesso? Non è mica una novità…”
Questa, a grandi linee, la prima parte dei dialoghi incrociati a tavola dai diversi componenti della nostra Confraternita.
Mi rendo conto, sempre più, che, a prescindere dalle stesse motivazioni di credo, non dico tanto dal punto di vista escatologico, ma almeno come modo di procedere nella vita, quello che conta nel giudizio delle persone è l'educazione ricevuta, l'istruzione avuta, l'interesse o meno per un grado culturale soddisfacente, il carattere personale.
Ma non faccio neanche in tempo ad innervosirmi del tutto per questo, compromettendo in tal caso la serata, che arriva il risotto con l'Amarone, cucinato in modo molto semplice, cioè soffrittino di cipolla, brodo bòn e tanto vìn… perché poi ci sono anche altre modalità, più raffinate, per cucinare questo risotto, come ha già sperimentato mia moglie, aggiungendo il radicchio rosso di Verona, o il Monte Veronese DOP, o una spolveratina di noci. Questo è comunque buonissimo, solo un pizzico di prezzemolo sopra e una grattuggiata di grana.
La gentilissima cameriera ripassa per il bis, che, di sera, mi ero ripromesso di non fare, ma poi, ormai si sa, cerco di farmi forza, di sacrificarmi, e quindi me ne faccio mettere nel piatto un'altra mezza porzione… mmmmmmhhh… che robina…
Secondo primo: fettuccine (non mi sembravano fatte in casa, ma non son sicuro, ottime comunque) con la faraona, la zucca, le castagne e, per chi li voleva (non io), i tartufi. Deliziose, cottura perfetta, ottimo amalgama, ed accostamenti, del sughetto. I primi dovevano essere un bis di assaggi, invece sono un risotto e mezzo (e poteva essere anche di più, senza problemi) e una porzione di fettuccine che era notevole, da una piazza e mezza.
Di secondo prendo una lepre in salmì con la polentina alla brace, divisa in due con un'altra ragazza. Porzioni giuste per uno, e cameriera che ripassa per chiedere se ne voglio ancora. Eccezionale, saporita, stracotta a puntino la lepre, gusto di selvatichino appena accennato, veramente un piatto molto gradevole.
Assieme, di contorno, ci vengono portate patate al forno squisite, dei mezzi pomodori ripieni con pan grattato e mozzarella sopra mi sembra, molto molto buoni, e dei radicchi rossi di Verona alla griglia, buoni anche quelli, seppur leggermente secchi all'esterno, per i motivi che ho già avuto modo di esporre qualche giorno fa nella recensione di un pranzo nelle Marche... cioè alla griglia può venire bene bene solo il trevigiano.
La seconda parte della conversazione riguarda le fregature, cui siamo riusciti, dopo attenta analisi e conseguenti disposizioni operative, a porre rimedio. Non tedio oltre nessuno, anche perché farei come quei giornalisti che divulgano per “dovuta informazione” i comunicati che i terroristi vorrebbero fossero divulgati, ma, come spesso accade (a me, almeno), anche la conversazione e i pensieri, a tavola, hanno la loro importanza quando sono di una certa rilevanza, e, in questo secondo caso, ci siamo reciprocamente compiaciuti.
Veloce e gentile il servizio, anche per la poca gente a tavola nell'altra sala.
Come dessert, io prendo un semifreddo agli amaretti con pezzettini di cioccolato, in un letto di fondente fuso, caldo. Non so se lo fanno loro, ma è strepitoso.
Non avendo ancora guadagnato (e non ne sono certo, né che ci sia, né che lo guadagnerei in quel caso, e propendo più per il no in entrambi i casi) un paradiso altrove, intanto ce ne godiamo una parte qui su queste colline.
Caffè per chi lo vuole. Il conto è di 21 euro a testa. Poteva esser meno?
Un bel posticino (lo frequento da tanti anni) di cucina casalinga, con qualche punta di eccellenza, dove, garantisco, si è sempre sicuri di mangiar bene.
Consigliatissimo!!
[cioz]
20/01/2011
Il risotto all'Amarone di Marta era davvero ottimo,voglio provare anch'io a farlo.
Ma Confraternita... ha un non so che di ... ...sarà la Confraternita dell'Amarone?