Oggi sono stato a pranzo in questo cinese interessante.
Già in qualche altra occasione ho avuto modo di provarne la cucina ma non avevo lasciato traccia in una recensione.
Locale gradevole e accogliente tra i vari cinesi in circolazione, discretamente ordinato e riservato (è piuttosto piccolo, praticamente una sola sala più una microsaletta sul lato sinistro dell'entrata dove di solito banchettano gioiosamente un nugolo di giovani e baldanti cinesini). In aggiunta vi è ulteriore posto all'esterno riparati da una teloneria di protezione, che crea un ambiente in più e aumenta i coperti del locale.
A me capita di provare abbastanza frequentemente la cucina "esotica", anche se negli ultimi tempi ho moderato moltissimo le mie visite nei locali cinesi. Al di là di facili giudizi in generale sul mondo della ristorazione cinese che non sono alla base di questa mia disaffezione, preciso invece che mi danno un po' il senso del decadente e dell'abbandono. Della poca cura in senso generale.
Io ricordo ormai circa 15 anni fa che le mie prime esperienze esotiche di giovane gastronauta lasciavano un impatto particolare, anche dovuto all'aspetto visivo e alle costruzioni immaginificheche che magari si trovavano all'ingresso, nonché agli arredi interni, solitamente curati e fascinosi, che ispiravano rimandi a una cultura lontana.
Tutto ciò trasportava l'esperienza culinaria ad un livello superiore con conseguente gratificazione.
Da parecchio tempo constato invece (salvo alcune rare eccezioni) un trapasso delle dinamiche e sensazioni descritte dalla ristorazione cinese a quella giapponese. Negli ultimi anni (7-8)quest'ultima è entrata progressivamente sempre più nel panorama e nell'offerta gastronomica della nostra provincia scalzando i ristoranti cinesi dal loro ruolo privilegiato di rappresentanti della cucina esotica, e aggiungendo, almeno sulla carta, aspetti qualitativi maggiori.
Ciò ha comportato un automatico declassamento dei cinesi che, se già prima si presentavano come offerta a basso costo ma magari ricercavano maggiormente criteri qualitativi tesi ad imporsi l'uno nei confronti dell'altro e guadagnare le preferenze della clientela, adesso sono relegati e, in certo senso, a mio parere, si sono autorelegati alla semplice offerta a basso costo e basso livello.
Questo aspetto viene ulteriormente accentuato dall'abbandono e dalla poca cura dei locali che talvolta si riscontra. In più di una occasione mi è capitato di osservare situazioni di poca pulizia e poca cura dell'ambiente (unto imperante e cose del genere) che manifestano un disinteresse per l'ambiente/locale che nella mia percezione si traduce in disinteresse verso il cliente. Come a dire che, essendo l'offerta a basso prezzo la cura del locale ne va di conseguenza.
Questo stride in particolar modo con gli arredi dei locali, in taluni casi anche datati e magari un po' sbiaditi dal tempo, che sembrano raccontare di una civiltà decaduta più che trasportare il cliente in una dimensione differente e un po' magica.
Perdonate la lunga digressione.
Detto ciò è doveroso precisare che questo non è propriamente il caso del PRIMAVERA.
Il Primavera è un locale piacevole, ancora piuttosto intatto e apparentemente discretamente curato rispetto alla media sopra descritta.
La sig.ra che serve ai tavoli e segue la cassa (fa tutto lei tranne la cucina) è molto cordiale.
L'esperienza di cucina non è divina ma apprezzabile.
Stiamo parlando di un pranzo a 10 euro, quindi!!!!
Veniamo all'ordine:
Ero da solo, poco tempo a disposizione e un incontro in zona nel primo pomeriggio.
Ordino spaghetti di soia con verdure e carne
e
anatra in salsa piccante
e
una 1/2 d'acqua naturale.
Il primo non eccezionale (io quasi sempre opto per gli spaghetti di soia ed ho sinceramente provato di molto meglio)
Ottima invece l'anatra che non prendo quasi mai e non avevo mai assaggiato con salsa piccante anche se per la verità la salsa non era piccantissima per cui ne ho richiesta una aggiunta che mi hanno gentilmente portato in una ciotolina molto gradevole.
Abitudine classica che hanno alla fine del pasto mentre ti avvicini alla cassa è quella di chiederti se gradisci una grappa come digestivo. E' una piccola cortesia che trovo sempre molto apprezzabile.
In generale buono insomma, con alcune note di cura che a me danno quel qualcosa in più.
Darei un due cappelli per l'esperienza ma trattandosi di un pranzo un po' veloce (non la condizione ideale per giudicare) e considerando gli aspetti legati a servizio e cura del locale in controtendenza con la media del settore rappresentato dai ristoratori del paese olimpico concedo volentieri un cappello aggiuntivo e consiglio una prova.
3 Cappelli!
Ciao a tutti!
Consigliato!