A cavallo fra Emilia e Toscana, l’Abetone è un paesino vivace a 1388 metri d’altezza, circondato dai boschi più belli dell’appennino.
Questa sera siamo in due e proviamo un posto nuovo, almeno per noi, sorto sulle ceneri (permettetemi il termine) di un vecchio e rinomato ristorante, che portava lo stesso nome, chiuso anni fa e passato di mano almeno un’altra volta prima degli attuali proprietari.
Pierone è sostanzialmente un’osteria a gestione famigliare, con poche pretese, ma una certa sostanza.
Il locale è diviso in 2 salette, la prima un po’ sacrificata dalla parte della strada, l’altra panoramica, affacciata sulle piste, con vista sulla valle. Pochi tavoli, interni in legno, arredamento sobrio e montanaro.
Il menù è classico e territoriale, con qualche piatto un po’ demodé e i funghi protagonisti.
La carta dei vini ha una scelta discreta di etichette soprattutto toscane, ma noi (ahimè) optiamo per un litro di sangiovese sfuso della casa che si rivelerà solo appena sufficiente.
Siamo decisi a farci un’overdose di funghi, ma notiamo immediatamente degli interessanti tagliolini al tartufo, ai quali però rinunciamo quando la gentilissima proprietaria spiega che sono conditi con un crema tartufata e non con il tartufo “vero” (delusione…).
Iniziamo con i primi:
- tagliatelle ai funghi porcini (per mia moglie)
- polenta ai funghi porcini (per me)
Nota dolente: le tagliatelle purtroppo sono industriali, da supermercato. E dire che in un’ora e mezza si possono fare 12 uova di tagliatelle artigianali e non c’è bisogno di essere dei fenomeni. Il cliente emiliano questa cosa non la perdona.
Nota positiva: il condimento di funghi è molto buono, decisamente superiore ai monotoni ragù di dadolata di porcini serviti nella maggioranza dei ristoranti del Frignano. Nonostante nel menù ci fosse l’asterisco che indicava la possibilità che i funghi fossero congelati, in questo caso credo proprio che fossero freschi, visto il sapore e la consistenza.
Anche la mia polenta era industriale, probabilmente di quelle precotte, ma in questo caso sono più disposto a perdonare…
Sugo di porcini ancora più buono rispetto alle tagliatelle soprattutto per la presenza di una puntina di pomodoro che nella polenta ci sta proprio bene perché lega il tutto e mi ricorda tanto il sugo ai funghi che faceva mia madre quando ero bimbo, prima di cedere, anche lei, alla versione “in bianco”.
Nota inusuale: il tutto decisamente indietro di sale e per questo ci viene portato il macinino, che sarà usato per tutte le portate!
Continuiamo con 2 secondi da dividerci:
- 1 Controfiletto all’alpina (con porcini)
- 1 porzione di funghi fritti
Il controfiletto ha una dimensione esagerata… e questo giustifica il prezzo di 25 euro (per fortuna lo dividiamo in 2).
Cottura corretta, sul pezzo di carne sono sistemate 2 cappelle di porcini cotte alla griglia, entrambe di dimensione generose.
A me la carne è piaciuta molto, mia moglie invece lamenta che il suo pezzo è “sfortunato”, per durezza e consistenza. Le cappelle alla griglia erano buonissime.
I funghi fritti molto buoni, non pastellati, ma solo infarinati, credo con farina gialla, in porzione sufficiente, ma non esagerata, anche se il prezzo (15 Euro) è comunque importante.
Anche in questo caso è stato necessario aggiungere una macinata di sale, sia sui funghi che sulla carne.
Terminiamo con una grappa morbida e un mirtillino (questa volta senza aggiungere sale ๐).
Il conto è stato di 83 Euro ( liquori offerti) per una serata tranquilla in un’atmosfera calda e rilassante.
Il giudizio è globalmente positivo, ma non si possono ignorare alcune ingenuità: vino sfuso mediocre, pasta all’uovo industriale, poca attenzione nell’uso del sale.
La nostra convinzione è che materie prime come funghi e carne meritino più attenzione e basterebbe veramente poco sforzo per trasformare una “buona cena” in un’esperienza entusiasmante.
Il prezzo non è basso… ma la materia prima di qualità lo giustifica, almeno in parte.
3 Stelle con ampie possibilità di miglioramento.
Consigliato!