ANTEFATTO
A-gh’viva pinsè ed fèr ‘na recensioun in dialà t mudnès, ma sicome mè a sun quà l di rarità e la recensioun in dialà t a-lo bêle fâta par cla vecia tróia ed Fritèla quand lò l’era ancà rra l’ost dla Pomposa, alòra a-i ho pinsè ed ferla cun la noster lengua naziunèl…in‘taliano. Avevo anche pensato di farla in poesia, in rima, ma anche quella l’avevo già fatta, ricordate? La rece su Moi a Camposanto? Poesia in rima! La mia unica ambizione è quella di sfondare la storia, ma è meglio che stia attento di non sfondare la macchina…
Sabato 7 Gennaio 2012, il giorno dopo la Befana. Trasferta nella bassa per acquisti ci trova in zona e liberi giusto verso l’ora di pranzo. Mia moglie una volta avrebbe propeso per il Cristo, ma da quando è morta la cuoca in sala è arrivato lui (il boss) che con i clienti ci sa fare come io so fare l’uncinetto e tra i tavoli con la sua stazza mi ricorda gli ippopotami di Fantasia, in cucina è andata sua moglie che tra i tavoli era perfetta ma in cucina non sa difendersi, e noi abbiamo smesso di andarci con la vecchia frequenza….non si mangia più come una volta. Allora avevo dato un occhio a GM e mi ero tirato giù alcuni nomi, Montalbano, Saul e I Quatà r Canton. Montalbano mi ispirava poco, da Saul c’ero già stato e allora mi sono infilato ai Cantoni.
RECENSIONE
Il locale, facciamo prima a dire la casetta dei Puffi, perché qui è tutto piccolo, o sono io che sono troppo grosso? Beh, la casa fuori è una normalissima casa di campagna, si accede da una stretta porticina sul davanti nascosta dalla alla veranda. Sul retro della casa ampio parcheggio sterrato e, incredibile, pista decollo/atterraggio per aereoplanini leggeri.
Dentro ci si trova ad un bivio, di fronte un banco/reception ingombrante con a lato stretto passaggio per una saletta sul retro dove si trova anche il bagno, unico, poi sulla sinistra porticina per la cucina. Nell’ingresso, ai lati, ampie aperture danno su altrettante salette, contro la vetrata d’ingresso tavolino mignon con cinque plateau puffiani come buffet.
Veniamo fatti accomodare nella saletta sulla destra, niente attaccapanni, ho un bel da fare per non spazzare il pavimento col giaccone o per non farlo usare da tappetino per chi passa, una ventina di posti in tutto. Svetta in questa stanza dove tutto è ridotto un mega camino acceso, bello.
La tavola è piccola con una tovaglia stile natalizio a quadrettini rossi e verdi in tessuto non tessuto antimacchia, ma in giro ci sono ancora le decorazioni, tende e tendine e tendoni tutti rossi, mi aspetto Babbo Natale da un secondo all’altro.
La cameriera arriva a prendere le ordinazioni. Acqua gassata, il loro lambrusco, bis per entrambi, buffet per mia moglie e bistecca ai ferri per me.
C’è abbastanza gente, arrivano i beveraggi assieme al cestino del pane, crocette fresche e buone, queste, il secondo cestino recherà pane secco. Il lambrusco decantato come loro innanzi tutto è un grasparossa, che qui nella bassa più bassa che si può mi sembra un’offesa, e poi non è il loro, davanti la solita bella immaginetta con la scritta Azienda Agricola I Quatar Canton, ma dietro la verità , prodotto e imbottigliato da Messori Giancarlo Cittanova….
Arriva il bis, gramigna panna e salsiccia e conchiglie al prosciutto, c’era un altro primo a disposizione nel menù: sedanini rigati al salmone…. A sentire chi li ha mangiati stupendi. La pasta non è male, anzi, sugo discreto e ben cotta, non troppo carica di panna e porzione abbondante, solo le conchiglie mescolate poco, erano una dentro all’altra.
Poi arriva la bistecca, io speravo in una cosina grossina, invece mi arriva la classica fetta di carne, tristina seppur ben cotta e tenera. L’altro secondo sul menù era il cotechino con il purè.
Faccio un giro al buffet, eufemismo chiamarlo buffet, mia moglie c’era già passata prima, prendo zucchine bollite spappadellate, ripieno di polpettone a pezzetti e una specie di friggione, ah, prendo anche dei simil ciccioli frolli a pezzetti piccoli e molto teneri, c’era un’altra cosa che non ho preso ma non ricordo.
Mia moglie prende la zuppa inglese, che arriva “stracca”, sembra un flan che si è aperto, ma comunque molto buona. Due caffè passabili e via a pagare.
25€ in tutto.
VALUTAZIONE FINALE
3 cappelli. Ã? un buon posticino se si vuole spendere poco e non si hanno pretese, se si passa di lì e si vuole riempire un buchino in santa pace, spendi un cicinino in più che al bar ma almeno ti siedi comodo. Non è il locale dove andare sempre quando si viene da queste parti, ma se non si sa dove sbattere la testa va benissimo, la qualità del cibo sembra buona….il cotechino lo fanno loro, è un’azienda agricola e suppongo che quello che possono lo producano lì.
Consigliato!